REDAZIONE SIENA

Derivati Mps, assoluzione piena per gli ex vertici

Mussari, Vigni e Baldassarri, nessun ostacolo a Bankitalia. "Il mandate agreement nascosto? Come la marmellata in frigorifero"

di Laura Valdesi

SIENA

"L’ho definito il processo della marmellata nascosta in frigorifero per ribadire ciò che abbiamo sempre affermato. Ossia che alla Banca d’Italia non è stato nascosto niente, tantomeno è stata ostacolata. Il mandate era nel posto dove doveva stare", il commento a caldo dell’avvocato Fabio Pisillo dopo l’assoluzione con formula piena ottenuta ieri dalla Corte d’appello di Firenze per l’ex presidente Giuseppe Mussari dall’accusa di ostacolo alla vigilanza per la vicenda del derivato ’Alexandria’. Il riferimento di Pisillo è appunto al famigerato mandate agreement che venne trovato nella cassaforte dell’allora direttore generale Antonio Vigni, anch’egli ieri assolto "perché il fatto non sussiste". Non solo il documento non fu nascosto ma è stata scoperta la consegna del contratto denominato deed a Banca d’Italia durante l’ispezione. Offriva addirittura maggiori informazioni rispetto al mandate ed è dunque risultato determinante nello smontare l’impianto accusatorio da parte delle difese già sin dalla prima assoluzione del 2017 in appello. Ieri dunque è arrivato per così dire il bis, sia per Mussari che per Vigni ma anche per l’ex capo della finanza di Banca Mps Gian Luca Baldassarri, accusato come gli altri di ostacolo alla vigilanza. Però con una formula diversa rispetto all’iniziale "perché il fatto non costituisce reato". A ciò si è giunti perché nel maggio 2019 la Cassazione aveva confermato l’assoluzione per i tre rinviando però alla Corte d’appello di Firenze affinché valutasse se concedere appunto la formula ampia, a seguito del ricorso dei difensori. Così è stato.

"Abbiamo dovuto superare un processo di primo grado irto di ostacoli – commenta l’avvocato Enrico De Martino che assisteva Vigni –, trovare casualmente documenti non confluiti nel processo. Ciò nonostante il procuratore generale chiedeva che venisse confermata la formula assolutoria del primo processo di appello. Il mio assistito, presente all’udienza, è felicissimo per questa decisione che ha un risvolto importante per restituirgli la dignità e la professionalità offuscate da accuse infondate, anche se dopo quasi 10 anni". Soddisfazione della difesa Mussari "per aver travolto una sentenza di primo grado – aggiunge l’avvocato Pisillo – che aveva visto una condanna a tre anni e mezzo, dimostrando definitivamente che non c’è stato ostacolo di alcun genere nei confronti di Banca d’Italia per ’Alexandria’".

"E’ finito un altro capitolo della vicenda Mps, si sta definitivamente ricomponendo il puzzle giudiziario. Il dato che rileva – si unisce al coro l’avvocato Stefano Cipriani, difensore di Baldassarri insieme al collega Dinacci – è l’aver visto sancito che nessuno ha mai messo i bastoni fra le ruote a Banca d’Italia". Baldassarri, presente anche ieri all’udienza, si è fatto per questa accusa sei mesi di carcere a Santo Spirito e due ai domiciliari. "A questo punto - annuncia Cipriani – avanzerà richiesta di risarcimento per ingiusta detenzione".