Ci sono immobili storicamente destinatari di attenzione perché al centro di ipotesi di trasformazione urbanistica: dall’ex convento di Santa Chiara, per cui si era parlato di una possibile destinazione alberghiera, all’ex Ute di Vico Alto, da anni inutilmente all’asta. O ancora emblemi del patrimonio artistico e culturale senese come palazzo Piccolomini e le Mura. Sono al centro di una convenzione tra Comune e Agenzia del Demanio che riguarda inoltre il carcere di Santo Spirito; terreni in strada delle Grotte; ex Monastero del Carmine; palazzo Marsili Libelli; ex rifugi antiaerei di Camollia, piazzetta Due Porte, Alberino, Salicotto, Sant’Agostino, piazzetta della Selva, Fortezza Medicea, piazza Matteotti; magazzini in Salicotto e a San Miniato; fabbricato ex Etruria; immobile denominato podere Palazzetto; appartamento località Costalpino; terreno località Ravacciano.
L’accordo, che sarà firmato dal sindaco Nicoletta Fabio e dal direttore dell’Agenzia del DDemanio Alessandra Dal Verme, è stato denominato “Piano Città di Siena”. "Di fatto – spiega il vicesindaco Michele Capitani – con questo accordo ‘restituiamo’ alla comunità, grazie al patto con il Demanio, un patrimonio immobiliare che al momento non è a disposizione, valorizzandone le peculiarità storico-culturali per soluzioni innovative e sostenibili. Intendiamo in questo modo dare il via a un percorso di recupero concreto di questi spazi. L’accordo sarà aperto anche a istituzioni o soggetti privati che vorranno condividere progettualità sugli immobili di loro proprietà, l’elenco degli immobili individuati è infatti in evoluzione". L’accordo prevede "iniziative di razionalizzazione, valorizzazione, riqualificazione e rigenerazione del patrimonio immobiliare pubblico" a Siena. L’iniziativa rientra nella promozione dell’Agenzia del Demanio "per un nuovo modello di approccio che prende il nome di “Piano città degli immobili pubblici”, sottoscritto anche in altri Comuni".