Da Qu a Sachs gli insegnamenti di Buongoverno

Pino

Di Blasio

E poi ancora: "Nessun problema del destino umano è al di fuori della portata degli esseri umani". Nella lezione di venerdì, nel Cortile del Rettorato, oltre al Buongoverno e a Machiavelli, Jeffrey Sachs ha esaltato la grandezza di Franklyn Delano Roosevelt, il più grande presidente degli Stati Uniti, assurto sugli altari della Storia per il New Deal, il nuovo patto anti recessione, che formato generazioni di economisti e governanti illuminati. E per la Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo, approvata dall’Onu nel 1948, fogiata sulle ’Quattro libertà’ enunciate da Roosevelt sette anni prima. ’Tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti’, recita l’articolo 1. Una dichiarazione di forza, di libertà e uguaglianza, simile alle grandi dichiarazioni che hanno cambiato la storia.

Sachs, il direttore generale della Fao Qu Dongyu, e prima di loro molti altri, hanno inserito il ciclo del Buongoverno nelle grandi dichiarazioni di libertà per l’umanità. Con la particolarità che Lorenzetti dipinse i suoi affreschi 100 anni dopo la Magna Charta, e 677 anni prima dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu, "Il buon governo che ci mostra Lorenzetti - ha detto Sachs - è sviluppo sostenibile. Ci sono ampi raccolti, mezzi di sussistenza consistenti, agricoltori, artigiani, pescatori. C’è tempo libero. Ci sono il commercio e i trasporti sulle infrastrutture urbane. Ci sono le arti, la musica e la danza, e ci sono i magistrati che fanno rispettare lo stato di diritto. Soprattutto, ci sono la giustizia e la pace".

Non a caso sono due delle virtù dipinte nell’Allegoria del Buongoverno. Giustizia e pace latitano nel mondo di oggi, dove crudeltà e guerra hanno riconquistato spazio. Ma Lorenzetti, Roosevelt, Kennedy, Sachs ci insegnano che "tutti i problemi creati dall’uomo possono essere risolti dall’uomo".