
Chissà quanti altri film e documentari arricchiranno quell’archivio infinito che si è voluto dedicare al Palio e alle Contrade. Non è certo un rapporto facile: i contradaioli son spesso sospettosi anche se talvolta si sono lasciati andare a qualche lacrimuccia nel vedersi protagonisti del grande schermo e poi in monitor e tablet. Un itinerario che non può non iniziare da "Palio" di Alessandro Blasetti, con la sceneggiatura di Luigi Bonelli del 1932. La vicenda del fantino Zarre, con i limiti del cinema anni ’30, resta un ottimo intreccio di storie e di passioni, con il rigore che la Festa poteva al tempo offrire. Nel tempo troviamo molti film girati a Siena, non molti quelli che intrecciano vicende personali con il Palio. C’è ovviamente "La ragazza del Palio" del 1957 con la regia di Luigi Zampa e le interpretazioni di Vittorio Gassman e Diana Dors, film voluto dal produttore senese Malenotti tratto da un romanzo di Raffaello Giannelli, che possiamo rivedere per riscoprire angoli di una città ancora dentro le mura e con un Palio artigianale ma di forte spontaneità.
A parte una discutibile scena in "Quel movimento che mi piace tanto" di Franco Rossetti del 1976, dove i protagonisti si affacciano a una finestra al momento della corsa, un altro film non certo pretenzioso ma di buona fattura è "Giulietta del Palio" (1983) di Carlo Di Carlo, con una storia d’amore fra adolescenti di Contrade rivali e dove troviamo volti noti in città, fra cui Lorenzo Viti, figlio di Leonardo in arte Canapino, e Raffaello Brogi, attore di vernacolo.
Anche "Venti di guerra", sempre del 1983, ricostruisce una scena di un Palio anni trenta con il rigore delle grandi produzioni e la precisa regia di Dan Curtis, mentre sarà "Il burbero" del 1986 di Castellano e Pipolo con Adriano Celentano che convincerà del tutto i senesi a costituire un Consorzio per la tutela del Palio, visto che questa pellicola si permette di usare il Palio e le Contrade con una superficialità disarmante. L’attenzione con cui si è voluto poi guardare ogni copione, evitando errori grossolani o inserimenti poco dignitosi, ci fa arrivare a quelli più recenti come "Piazza delle cinque lune", con un avveniristica visione di una corsa che esalta la drammaticità della trama di questa pellicola del 2002 diretta da Renzo Martinelli.
Concludendo questo viaggio filmico con "Quantum of solace" di Marc Forster, ventiduesimo capitolo della saga di 007 che mostra come il grande cinema possa oggi offrire inquadrature avveniristiche anche di cose vecchie come il mondo, proprio come il Palio. Possiamo concludere con una rapida carrellata sui documentari più significativi: da "Siena Città del Palio" di Glauco Pellegrini del 1950 allo splendido "Bianco, rosso e celeste" di Luciano Emmer del 1962, passando "Per forza e per amore" di Paolo Frajese del 1983, senza dimenticarci "Il fuoco di Siena" di Emilio Ravel del 2010, "Son dieci assassini" di Luca Verdone e, più recente, "Di che Contrada sei?" per la regia di Barbara Castelli.
Massimo Biliorsi