
Nuovo filone processuale per alcuni ex vertici della Banca senese
Dopo oltre due anni di udienze e con oltre 4.700 parti civili ammesse, tra associazioni, risparmiatori ed investitori, ieri la gup Fiammetta Modica ha deciso nel procedimento in cui la banca è stata citata come responsabile civile e che ha accorpato due fascicoli, i cosiddetti "Mps3" e "Mps4", che riguardavano complessivamente i "non-performing loans", ovvero i crediti deteriorati, per gli anni 2014-2017. La giudice dell’udienza preliminare ha deciso, in sostanza, di mandare a processo gli imputati del "Mps3", ossia Profumo, Viola, Tononi e Betunio per le ipotesi di false comunicazioni sociali, tranne che per il falso in bilancio del 2014, perché prescritto. Sentenza di proscioglimento, invece, per tutti gli imputati del filone "quater", ovvero Falciai, Morelli, Clarelli, Bariatti e Betunio (che aveva imputazioni anche in questo fascicolo). Si trattava del filone per il quale la gup Teresa De Pascale aveva ordinato l’imputazione coatta, con una decisione a sorpresa nel maggio dello scorso anno. I pm Giovanna Cavalleri e Cristiana Roveda avevano chiesto il non luogo a procedere per cinque imputati, tra cui Profumo, e avevano invece ribadito la richiesta di processo per tre, tra cui Viola, con l’accusa di false comunicazioni sociali in relazione al bilancio 2015 e alla semestrale al 30 giugno 2016. Viola e Profumo sono già stati assolti definitivamente, assieme a Paolo Salvadori, allora presidente del collegio sindacale, e alla stessa banca senese, per il caso della ipotizzata erronea contabilizzazione dei derivati Santorini e Alexandria, ossia il processo "Mps bis". Il primo procedimento sul caso Mps, invece, è quello che si è concluso con le assoluzioni definitive degli ex vertici Giuseppe Mussari e Antonio Vigni e di tutti gli altri imputati.
Il nuovo processo per Profumo e Viola inizierà il 16 ottobre. Nel procedimento era stata disposta dall’allora gip Guido Salvini una maxi perizia, redatta da Gian Gaetano Bellavia e Fulvia Ferradini e depositata nel 2021, secondo la quale l’istituto di credito senese, tra il 2012 e il 2015, non aveva contabilizzato tempestivamente nei propri bilanci rettifiche su crediti per complessivi 11,4 miliardi di euro.