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Crac Mens Sana, Minucci (ri)chiede di patteggiare

Il difensore: "Quanto emerso nel dibattimento consente di ritenere congrua la pena di 4 anni e 10 giorni". Il pm De Flammineis ha dato il consenso

di Laura Valdesi

SIENA

"Una pena più che congrua. Pesante, severa. Non è una strada di comodità", rivendica l’avvocato Fabio Pisillo. Che difende l’ex general manager della Mens Sana Basket nel processo per il crac della società biancoverde, dove c’è stato ieri l’ennesimo colpo di scena. Perché, chiuso il dibattimento, ha chiesto nuovamente il patteggiamento a cui il pm Siro De Flammineis ha prestato il consenso. La pena sarebbe 4 anni e 10 giorni, la stessa che il 27 giugno 2019 non era stata ritenuta congrua dal giudice Luciano Costantini a fronte del quadro accusatorio tratteggiato, sebbene avesse accolto la tesi della difesa per cui non c’era impedimento al patteggiamento perché il debitore tributario nei confronti dello Stato è la Mens Sana Basket fallita.

Molto però è cambiato da allora. C’è stato un lunghissimo dibattimento, con decine di testimoni, consulenze. Quanto emerso consente ora di ritenere congrua la pena, rivendica l’avvocato Pisillo declinando gli elementi a sostegno della sua tesi. Numerose le contestazioni mosse a Minucci, dice, ma il 90% dei reati ruota attorno alle fatturazioni maggiorate per creare fondi in nero da distribuire a giocatori ed allenatori per prestazioni rese. Insomma il fatto-base, "il centro gravitazionale delle accuse rivolte a Minucci" è sempre lo stesso. Una sorta di filo conduttore nel dibattimento. "L’unico motivo per cui ha agito così era per poter assicurare lauti compensi e fare in modo, come poi è stato, che la Mens Sana potesse competere con società ben più attrezzate. Ha agito, seppur illecitamente, nell’interesse esclusivo dei biancoverdi e mai per interesse personale". Da subito, prosegue Pisillo che parla un’ora e mezzo al collegio presieduto da Ottavio Mosti, con gli investigatori ammise l’uso, in una sola circostanza, di 20-25mila euro di ’nero’ ma per un’operazione atta a rispondere al grave attacco mediatico nei confronti della Mens Sana scaturito dalle parole di Scariolo. La famosa ’aria rancida’. E ancora. Sottolineato il comportamento tenuto di fronte agli inquirenti e poi al tribunale – sin dal primo interrogatorio ha collaborato, in aula si è sottoposto ad un lungo esame –, Pisillo spiega poi che dal dibattimento è emerso, grazie anche alla testimonianza dell’ex ad di Rocca Salimbeni Fabrizio Viola "che alla base del fallimento della Mens Sana c’è stata in realtà la crisi della Banca Mps" che dovette chiudere i rubinetti alla società biancoverde. Cosa non secondaria poi, il risarcimento di 687mila euro versato alla curatela (grazie all’aiuto della famiglia) che infatti non è parte civile nei confronti di Minucci. Persona tra l’altro incensurata. "Il dibattimento – sostiene la difesa dell’ex gm – ha scalfito anche la questione dei diritti d’immagine dei cestisti che sono stati oggetto di reale cessione". Chiarito anche quel "5%" accanto alle iniziali ’F.M’ trovato dagli investigatori su un foglio: è relativo all’unico contratto di scouting del giugno 2012, spiega Pisillo. Che conclude, aggiungendo molti altri argomenti – "è stata fatta giustizia e piena luce anche sul comportamento di Egidio Bianchi, Minucci non si è intrufolato senza autorizzazione nella sede biancoverde" –, chiedendo di accogliere il patteggiamento.

L’udienza era iniziata con la richiesta di condanna per il commercialista Alessandro Terenzi della Essedue promotion per l’associazione – 2 anni e 6 mesi – mentre ha chiesto l’assoluzione per non aver commesso il fatto per ricorso abusivo al credito. "Sicuramente una volta si è prestato a far rientrare soldi da ’Columbus Value’ alla Mens Sana. E’ stato visto e intercettato dalla Finanza mentre consegnava una busta a Olga Finetti nel 2012", attacca il pm Niccolò Ludovici. "Ha partecipato all’associazione per l’emisisone di fatture per operazioni direi parzialmente inesistenti perché – spiega il pm – ’Essedue’ prestazioni di servizi un po’ ne faceva".

Si riprende a fine maggio: parla l’avvocato Meloni, sempre per Minucci poi il collegio deciderà se accogliere il patteggiamento