Crac Mens Sana basket "Sponsorizzazione anomala"

Testimonia al processo il perito che ha analizzato il valore del marchio "Un milione e non 8 come era stato stimato", dice. Mps non chiese una perizia

di Laura Valdesi

"Sponsorizzazione anomala". Usa questo termine il professor Michele Costabile, docente di Marketing e imprenditorialità alla ‘Luiss’ di Roma. Che è stato sentito ieri, come perito dell’allora pm Antonio Nastasi, nel processo per il crac della Mens Sana basket ora condotto dai suoi colleghi Siro De Flammineis e Niccolò Ludovici.

La sponsorizzazione a cui si riferisce, viene poi chiarito in aula, è quella della Banca Mps alla società biancoverde. "Anomala", appunto. Rispetto a quelle che all’epoca riguardavano il calcio e le altre squadre di basket. Lo ribadisce più volte quando viene chiamato a parlare del valore del marchio dal difensore dell’ex general manager Ferdinando Minucci, l’avvocato Fabio Pisillo. "Un milione di euro", conferma il professor Costabile. Mentre il pool legale (l’altro imputato è Alessandro Terenzi) declina i tanti trionfi, sia in Italia che all’estero, conquistati dalla Mens Sana che peraltro affonda le sue radici in tempi lontanissimi. E vanta dunque grande prestigio.

Ma il perito fa un paragone per ribadire che la cifra erogata dalla Banca Mps ai biancoverdi, si parla nella perizia di 12 milioni di euro, "era in realtà rilevante e anomala". Chiama in causa il calcio. "La Roma riceveva una sponsorizzazione da una società telefonica di 6 milioni, la metà di quella elargita alla Mens Sana". Non ci sta l’avvocato Pisillo. E fa notare come la squadra della Roma non avesse certo preso il nome dello sponsor Wind, a differenza della società biancoverde che si chiamava Montepaschi MensSana e dunque portava Rocca Salimbeni nel mondo. Restano distanti le posizioni di difesa e perito che conferma come Milano oggi abbia raggiunto, quanto a sponsorizzazione, i livelli biancoverdi del 2012. Ma certo il basket attuale non brilla più come qualche anno fa. Altra questione su cui si batte è il fatto che Banca Mps abbia accettato il valore prospettato di 8 milioni, per quanto attiene al marchio, che invece il perito fissa come detto ad un uno soltanto.

Il braccio di ferro non finisce qui. Perché il collegio presieduto da Ottavio Mosti invita a convocare un numero consistente di testimoni per la prossima udienza. Siccome non c’è accordo fra accusa e difesa vengono concessi venti minuti di pausa. E quando si torna in aula il pm De Flammineis annuncia che, fra gli altri, verranno ascoltati tra quindici giorni il liquidatore della Mens Sana Basket Egidio Bianchi, l’ex amministratore delegato di Banca Mps Fabrizio Viola e Antonio Marino, anch’esso uno dei nomi di vertice di Rocca Salimbeni.