Corruzione negli appalti pubblici, dopo le cinque misure cautelari eseguite dalla guardia di finanza nei confronti di una funzionaria della Provincia di Siena di 44 anni e di quattro imprenditori – uno operante nel sud senese, due nell’area di Città della Pieve ed un quarto nel Viterbese – gli studi legali esaminano le carte. E i documenti. Per mettere a punto la difesa dall’accusa di aver corrisposto alla dipendente della Provincia, denaro in contanti per circa 6mila euro. Tutto ciò a fronte di nove affidamenti diretti di appalti, soprattutto per la manutenzione delle strade, in particolare del sud senese, banditi fra fine 2023 e il 2024. Per complessivi 417mila euro. La funzionaria è stata sospesa dall’esercizio della funzione pubblica per un anno e mezzo, gli imprenditori per 18 mesi non potranno esercitare attività d’impresa.
Sono state eseguite perquisizioni e svolte attività tecniche, dalla guardia di finanza. Nel corso dell’inchiesta è emerso anche che la funzionaria avrebbe rivelato a terzi notizie coperte da segreto d’ufficio, vedi le domande di una selezione bandita dalla Provincia. Ma le perquisizioni hanno interessato, ormai alcune settimane fa, anche un altro dipendente della Provincia che non ha nulla a che fare con la presunta corruzione negli appalti pubblici. Indagato solo per presunto concorso in rivelazione di segreto d’ufficio, con riferimento alla selezione finita sotto la lente delle fiamme gialle. Non faceva parte comunque della commissione giudicatrice. La perquisizione svolta nella sua abitazione ha dato esito negativo. L’uomo è difeso dall’avvocato Niki Rappuoli mentre la funzionaria della Provincia si è affidata a Cristiano Vecoli e allo studio di Enrico De Martino.