di Massimo Cherubini
Nominato l’arbitro chiamato a decidere su una contrapposizione tra gli azionisti. E’ il dottor Andrea Caiati, notaio del collegio Montepulciano-Siena, ad aver ricevuto l’incarico dal presidente del Notariato della nostra provincia. A chiedere l’arbitrato è stato il socio di minoranza, la Tesi Group, in merito alle decisioni assunte nell’assemblea degli azionisti dello scorso 28 luglio. In primis quelle legate ad una nuova struttura gestionale, decisa a maggioranza, dell’azienda florovivaistica di Casa del Corto. Questa nuova struttura gestionale, secondo la Tesi Group che detiene il 26,5 del pacchetto azionario, sarebbe prevista dalle norme statutarie. In altre parole, quindi, illegittima. Lo statuto della società, secondo i ricorrenti, prevede un amministratore delegato, un consiglio di amministrazione, un collegio sindacale. Non un pool di quattro soci che gestiscono i diversi settori aziendali come avviene dal 28 luglio. Via l’amministratore delegato e anche il consiglio di amministrazione sarebbe stato superato. In altre parole all’atto pratico l’azionista di minoranza sarebbe fuori da ogni organo della società. Come va avanti, dopo la nomina del notaio Caiati, l’arbitrato? Dopo aver preso visione degli atti già depositati; statuto, verbale delle assemblee dei soci, l’arbitro chiederà, se lo ritiene necessario, la produzione di ulteriori documenti. Poi la convocazione delle parti, quindi la decisione. Che dovrà essere rispettata in ogni sua parte. Una procedura rapida per giungere in tempi brevi a dirimere questo contenzioso. Da qui alla decisione ci vorrà un po’ di tempo. Utile a tentare una sorta di intesa tra i soci. Quelli della Tesi Group, che si sono visti completamente estromessi dagli organi di Floramiata, hanno avanzato l’offerta di rilevare tutto il pacchetto azionario. Diversamente questo gruppo, che opera nel settore da decenni con vivai che si estendono su 400 ettari nel territorio di Pistoia, potrebbe decide di uscire dall’azionariato. Una situazione che ha fatto suonare il campanello d’allarme ai sindacati che hanno chiesto, e ottenuto, un primo incontro con i nuovi manager. Il fine prioritario dell’intervento è quello di conoscere lo scopo delle decisioni e avere garanzie sui posti.