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Conchiglia millenaria tra le vigne di Brunello

Montalcino: l’agronomo di Argiano, Francesco Monari, ha fatto l’inaspettata scoperta che sarà esposta nel museo dell’azienda vinicola

Che a Montalcino, in epoca preistorica, come del resto in una miriade di località in Italia, ci fosse il mare è cosa ormai nota; come è noto che più o meno ovunque si possono trovare anche oggi reperti fossili di varia grandezza che, opportunamente ripuliti danno mostra di sé in migliaia di case. Di più difficile (possiamo dire impossibile) conservazione domestica sono dei reperti trovati nelle terre del Brunello dal 2007 a oggi.

Possiamo dire che tutto ebbe inizio con la casuale scoperta di addirittura una intera balena fossile il cui scheletro è oggi conservato, per studio e per esposizione, in un ampio padiglione a Castello Banfi. È di questi giorni invece il ritrovamento in un vigneto di Argiano (altro prestigioso marchio di Brunello) di una conchiglia di dimensioni difficilmente viste per un simile reperto. Quello che è stato scoperto ad Argiano è qualcosa di incredibile: una conchiglia grandissima e perfettamente intatta dopo milioni di anni. Bernardino Sani, Ceo di Argiano, ha raccontato all’agenzia Montalcinonews i dettagli di questa scoperta. "Il nostro agronomo Francesco Monari trascorre tantissimo tempo tra i nostri vigneti. A un certo punto ha visto spuntare questa capasanta di dimensioni enormi, un fossile totalmente intatto risalente probabilmente a diversi milioni di anni fa quando qui c’era l’oceano. Di fossili ne troviamo molti, sono fondamentali per il nostro terroir, ma questo è davvero qualcosa di unico. Francesco quando me lo ha detto era emozionato, ha avuto un bellissimo risveglio. Adesso – conclude Sani – la conchiglia finirà nel nostro museo accanto alle prestigiose bottiglie di Brunello di Montalcino".

Si tratta di scoperte di grande importanza, i fossili infatti non solo permettono una classificazione delle specie ma anche di determinare il tipo di clima in cui hanno vissuto e ci possono anche indicare i motivi catastrofici o meno della scomparsa di alcuni di loro. Certamente la qualità del terreno occupato oggi dai vigneti di Brunello dipende anche dalla presenza di questi organismi e dai processi di decomposizione e sedimentazione maturati nel corso delle ere geologiche. Forse banalizzando un po’ possiamo dire che un buon futuro si costruisce cogliendo il meglio del nostro passato. Dobbiamo davvero adoperarci per il rispetto e la cura dell’ambiente che ci ha dato e ci dà anche oggi il tesoro più grande, la vita.

Andrea Falciani