Comandante dei vigili sospeso per stalking

Cesare Rinaldi, capo della Polizia Municipale, interdetto per un anno dal servizio pubblico. Colpita anche la moglie, vigile urbano

Migration

di Pino Di Blasio

"Fai più sesso con tua moglie, altrimenti lei andrà a farlo con altri". "Vergognati ad avere una madre che cambia uomini in continuazione". "Finalmente tutti sapranno che persona sei e non quella che vuoi far credere. Devi smetterla subito di sentire e vedere quei poveri amanti". Sono alcuni degli sms, messaggi multipli, whatsapp e mail rivelati nell’inchiesta per stalking, accesso abusivo nei sistemi informatici e telematici, minacce reiterate, con l’aggravante dell’abuso di poteri e della violazione dei doveri di un pubblico ufficiale, che ha portato alla clamorosa sospensione per un anno del comandante della polizia municipale Cesare Rinaldi. Sospesa anche sua moglie, Cristina Casini, agente di polizia municipale. E sarebbero indagati perfino due carabinieri e un agente dei servizi segreti, che avrebbero aiutato Rinaldi nella sua folle campagna persecutoria nei confronti di una sua ex amica e della famiglia di lei.

La svolta dell’inchiesta di inizio estate, con le perquisizioni nel comando della polizia municipale, nell’ufficio e nella casa di Rinaldi, è arrivata ieri mattina alle 7. Con la consegna dell’ordinanza del gip Roberta Malavasi, nella quale si dispone la sospensione del comandante e di sua moglie. Gli inquirenti hanno effettuato un’altra perquisizione ieri mattina: erano in cerca della ’pistola fumante’, il cellulare o la sim con quel famigerato numero dal quale partiva il diluvio di telefonate mute, sms, messaggi e altro pieni di minacce e offese volgari. Ma non l’avrebbero trovato.

Le sessanta pagine dell’ordinanza del gip partono dalla richiesta di arresti domiciliari fatta in estate dalla pm Valentina Magnini nei confronti di Rinaldi e sua moglie, perché avrebbero potuto reiterare le minacce e i reati. Il gip ha deciso per la sospensione per un anno dal pubblico ufficio e per il divieto di avvicinamento a meno di 300 metri dalle persone offese: l’ex amica del comandante, il suo convivente, il figlio, la famiglia e i colleghi. Tutti bersagliati per decine di volte, destinatari di quella che per Rinaldi e sua moglie, era diventata più di un’ossessione. Nell’ordinanza, assieme alle minacce e ai messaggi anonimi, ci sono anche i coinvolgimenti di carabinieri, di dipendenti comunali e dell’agente dei servizi segreti. Chiamati ad entrare nei servizi informatici, nei telefoni della donna e dei familiari, nelle telecamere di controllo della ztl per verificare quante volte l’auto della vittima varcava gli accessi. Il ritratto che emerge da quelle pagine è sorprendente, anche per le accuse rivolte ad altre persone. Una campagna persecutoria durata mesi innescata dal rifiuto della donna di continuare ad avere rapporti con il comandante Rinaldi.

Dopo l’ordinanza del gip Cesare Rinaldi e sua moglie sono andati a casa per la perquisizione, poi al comando della polizia municipale. Infine dal sindaco De Mossi, al quale hanno riferito del contenuto dell’ordinanza, partendo dalla sospensione per un anno. E mentre gli avvocati meditano sul ricorso al riesame, il sindaco commenta: "Ho ascoltato il comandante Rinaldi, dal punto di vista umano sono dispiaciuto. Attendo di vedere gli sviluppi dell’inchiesta, ma non posso fare a meno di rispettare il provvedimento del gip. Sceglierò un successore, un incarico temporaneo. L’inchiesta si è complicata, non è solo per stalking, non è più un fatto personale come sembrava mesi fa".