DI MASSIMO CHERUBINI
Cronaca

Cinghiali, ’ristori’ agli agricoltori

Gli animali abbattuti sul proprio territorio potranno essere utilizzati o venduti per il rimborso di danni e costi

di Massimo Cherubini

I cinghiali abbattuti dagli agricoltori potranno essere utilizzati per rifondere i danni provocati alle coltivazioni. L’importante precisazione arriva dalla direzione Sviluppo Rurale della Regione chiarendo, così, un aspetto della legge regionale varata in materia "Il chiarimento – spiega Fabrizio Filippi, presidente Coldiretti della Toscana – fuga ulteriori motivazioni che hanno reso, fino a qui, sterile una legge che punta a tutelare agricoltura e comunità. La legge prevede che la gestione post-abbattimento del cinghiale sia in capo alle ATC attraverso l’attivazione dei centri di sosta. Laddove, però, non sono stati attivati, o non sono presenti, potranno essere direttamente i proprietari o conduttori dei fondi a gestire i capi abbattuti. E’ un bel passo in avanti". Oltre a Coldiretti altre associazioni presenti nella nostra provincia si battono da anni per trovare una soluzione al problema. Tra queste l’associazione "Uffa" (l’Unione fa la forza) guidata da Mario Mori.

"Il chiarimento – dice Mori – è sicuramente importante. Fino ad ora uccidere un cinghiale significava andare incontro ad una serie di problematiche burocratiche con un risultato di indennizzo irrisorio da parte della Asl. Un piccolo passo avanti ma il problema – aggiunge Mori – non è affatto risolto. Per limitare i danni, ridurre la presenza di cinghiali, occorrono battute, nel rispetto delle normative, organizzate dai proprietari dei terreni dove gli ungulati scorrazzano. Abbatterne uno ogni tanto non risolve il problema. Servono interventi più ampi e ripetuti nel periodo in cui questi animali si riproducono". Fino ad oggi i contenuti della legge regionale approvata su proposta della vice presidente Stefania Saccardi hanno prodotto pochi risultati. "Questo chiarimento – si legge nella nota di Coldiretti – consentirà di rendere esecutiva, sui territori, la possibilità per gli agricoltori muniti di tesserino venatorio di intervenire direttamente per difendere le coltivazioni dagli attacchi di cinghiali, storni, piccioni e nutrie. La puntualizzazione della Regione Toscana non lascia spazio ad equivoci: nel caso in cui non sia stato istituito il ’Centro di Sosta’ all’interno dell’ambito territoriale comunale, o comunque in caso di impossibilità ad attivarlo, possono essere utilizzati per rifondere i danni provocati o per rimborsare i costi sostenuti per l’intervento, destinandoli al soggetto che ha effettuato l’abbattimento. Dovrà essere in ogni caso – chiude la nota di Coldiretti – tenuta traccia della destinazione dei capi".