MASSIMO BILIORSI
Cronaca

Ciak si gira nelle terre di Siena. Le meraviglie di un set naturale

La docente universitaria Paola Micheli ha ripercorso gli itinerari di oltre un secolo di pellicole

Un’immagine ormai celebre: il Gladiatore in una scena girata in Valdorcia, come per altre pellicole di succeso quei luoghi sono diventati mèta di pellegrinaggio di tanti appassionati

Un’immagine ormai celebre: il Gladiatore in una scena girata in Valdorcia, come per altre pellicole di succeso quei luoghi sono diventati mèta di pellegrinaggio di tanti appassionati

Attraversare le terre senesi, il centro storico del capoluogo guidati dalle innumerevoli produzioni filmiche che qui si sono ispirate e hanno messo particolari sfondi alle loro sceneggiature. Ecco il senso di un dettagliato ed evocativo percorso con la ricca pubblicazione uscita in questi giorni "Ciak: si gira… nelle terre di Siena" ovvero "Itinerari cinematografici nel territorio senese", evocativo viaggio di Paola Micheli per le Edizioni Betti. Con una prefazione curata da Luca Verdone, l’idea di percorrere in distinti itinerari questo "ispirato" territorio, fra luoghi naturali e capolavori architettonici, è una sorta di nuova chiave di lettura proprio per la puntigliosità, chiamiamola pure completezza, che la docente proprio di Storia del cinema Paola Micheli ci offre e che dovrebbe far riflettere amministratori e operatori del settore turistico, per la creazione di veri e propri percorsi da fare attraverso quei film che hanno come sfondo inconfondibili scenari.

Leggere questa agile guida, che tuttavia si permette esaurienti schede e giudizi artistici, è ripercorrere parte della storia del cinema italiano e internazionale, rincorrere attori e attrici di ogni epoca, ma soprattutto ricostruire scene che sono parte ormai della storia di questa parte della Toscana. Tanti registi conquistati da cotanta bellezza: "il paesaggio senese nutre una letteratura cinematografica – scrive Verdone nella prefazione – di particolare pregio che attraversa la novellistica boccaccesca, passa per i romanzi di Mario Pratesi e di Federigo Tozzi e approda alle sceneggiature di Susan Minot e Bernardo Bertolucci, Leo Benvenuti e Piero De Bernardi, Carlo Verdone, il sottoscritto, e molti altri".

Si comincia con la Valdelsa con "Il fu Mattia Pascal" del 1924 di Marcel L’Herbier e, film dopo film, si attraversa "La viaccia" di Bolognini, "La ragazza di Bube" di Comencini, "Il prato" dei fratelli Taviani, "Cari fottutissimi amici" di Monicelli, fino a "Decameron Pie" di Leland e i recenti "Rosaline" di Maine del 2022 e "Klem" di Katelaar dell’anno dopo. Eccoci al Chianti senese: da "Uomo a metà" di De Sica del 1966, passando per "Io ballo da sola" di Bertolucci, "Letters of Juliet" di Winick, fino a "Matrimoni e altri disastri" del 2010 di Di Majo e del 2023 "La leggenda del gallo nero" di Palmi e De Niccolò. Percorriamo poi l’itinerario della Valdarbia dall’antesignano "Cinci" del 1939 di Gandin, a "L’armata Brancaleone" di Monicelli, fino a "Giallo Toscano" del 2013 di Daverio e Concina. Ci aspetta la val di Chiana: si comincia a rivedere i luoghi di "Private Angelo" di Ustinov del 1949, per arrivare a "Otto e mezzo" di Fellini, "Galileo" della regista Cavani, con agganci al presente con "L’amore ritrovato" di Mazzacurati e il "Pinocchio" di Garrone, terminando con "La partita delle emozioni" del 2024 di Guarducci.

La Val d’Orcia è terra cinematografica: l’itinerario comincia con "Il Cristo proibito" di Malaparte del 1950, prosegue con "Andrei Rublev" di Tarkovskij, "L’arcidiavolo" di Scola, "Romeo e Giulietta" e "Fratello Sole e sorella luna" di Zeffirelli, "Donne con le gonne" di Nuti, "Al lupo al lupo" di Verdone, arrivando a "Il paziente inglese" di Minghella, con una doverosa fermata anche al "Gladiatore" di Scott, fino ai più recenti "La stranezza" di Andò e "Il treno dei bambini" della Comencini. C’è anche la val di Merse: da "Incantesimo tragico" di Sequi del 1951 passando a "Nostalghia" di Tarkovskij, al recente "Parsifal" di Filiberti. Una scoperta dietro un’altra.