
Una vicenda che aveva fatto scalpore quella di Sandra Pelosi, imprenditrice senese ma che è ormai grossetana di adozione. E che era scesa anche in piazza per gridare la propria rabbia, insieme al marito deceduto nel 2018 e che era stato anche capitano del Leocorno, quando la sua casa di via dei Rossi era andata all’asta. E poi aggiudicata. Tutti ricordano quel tentativo disperato di tagliarsi le vene, il suo racconto disperato all’uscita del policlinico, gli incontri, anche con l’allora sindaco Bruno Valentini, l’appello al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Poi l’inchiesta, che era ancora in corso. E condotta dal pm della procura di Siena Silvia Benetti. Che mercoledì scorso ha depositato una richiesta di archiviazione relativamente ai reati di turbativa d’asta e violenza privata per cui era stato aperto un fascicolo, dopo la denuncia querela presentata da Sandra Pelosi. L’inchiesta chiamava in causa un ufficiale della Finanza e un direttore di banca.
"Abbiamo già deciso di presentare opposizione all’archiviazione – annuncia l’avvocato dell’imprenditrice, Valeria Passeri del foro di Perugia – non però relativamente alla turbativa (non sono state ravvisate irregolarità nella procedura, ndr) quanto alla violenza privata e anche per una presunta tentata estorsione. Chiediamo pertanto che il giudice disponga di fare nuove indagini. Quanto all’udienza non è ancora stata fissata".
La.Valde.
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