
Innocente oltre ogni ragionevole dubbio. Con un’assoluzione con formula piena, si è concluso dopo ben 10 anni il calvario giudiziario del commercialista colligiano Giuseppe Carchivi (nella foto), a cui la Corte di Appello di Catanzaro ha restituito serenità e onorabilità dopo un decennio di sofferenza. E’ stato lui stesso, ieri di buon mattino, a dare la notizia dalla sua pagina Facebook: "Dopo 10 anni, si è finalmente conclusa la mia travagliata vicenda processuale con una assoluzione con formula piena - scrive - Non posso, in questo momento, non ricordare coloro che hanno sempre creduto e sostenuto la mia innocenza, sia sotto il profilo umano che professionale. Sotto il profilo umano, mia moglie, mio figlio, i miei familiari, collaboratori e amici. Sotto l’aspetto professionale, non posso che ricordare e ringraziare il compianto avvocato Enzo Musco che, purtroppo, non ha potuto assistere a questo epilogo perché recentemente scomparso".
E ancora: "In aula, però, gli avvocati Giovanni Staglianò e Alessandra Martuscelli, che ringrazio per la grande professionalità, hanno ribadito con fermezza la linea difensiva che ha portato alla chiusura di questa triste vicenda. Dopo tanta sofferenza, fatica e danno, non posso che concludere dicendo finalmente ’giustizia è stata fatta’".
Nel tritacarne giudiziario, Giuseppe Carchivi, originario di Isola Capo Rizzuto, ex consigliere comunale di Colle ed ex presidente della Colligiana, era finito nel 2011 quando era stato arrestato con le accuse di associazione a delinquere e concorso in bancarotta fraudolenta. Gli ambiti erano quelli dell’inchiesta ’Energopoli’ (avviata dalla Procura di Crotone per far luce su un sodalizio criminale che sarebbe stato organizzato dall’imprenditore monegasco Aldo Bonaldi, di cui Carchivi era consulente, per appropriarsi di contributi per oltre 70 milioni di euro per la realizzazione della centrale termoelettrica di Scandale, in provincia di Crotone) e del fallimento della società ’Eurosviluppo Industriale’.
Dopo 6 anni di indagini, il giudice di Crotone lo aveva assolto dalla prima accusa perché il fatto non sussiste, ma lo aveva condannato a tre anni di reclusione per la seconda. La Corte di Appello catanzarese ha ribaltato quella sentenza, accertando che in quella società dichiarata fallita nel 2012, il commercialista colligiano non aveva mai svolto nessuna attività, neanche esterna, né rivestito cariche sociali.
A.V.