REDAZIONE SIENA

Camper: cala livello di produzione. Cinquanta contratti non rinnovati

Brutte notizie per alcuni dipendenti che non potranno proseguire la loro attività lavorativa in azienda

Momento di flessione nel settore dei camper con tanti contratti non rinnovati

Momento di flessione nel settore dei camper con tanti contratti non rinnovati

Camperistica: il calo di livelli di produzione del recente periodo, porta al mancato rinnovo di contratti a tempo determinato nel settore. Quaranta i dipendenti che non proseguiranno nel loro rapporto di lavoro allo stabilimento Trigano di Cusona. Una quota che aumenta di altre unità, p arrivare fino a circa cinquanta, considerando le altre realtà dello stesso Gruppo industriale presente in Valdelsa, da Luano Camp a Sea. Un quadro ‘nuovo’, o almeno poco conosciuto nell’ultimo decennio. Caratterizzato in maniera quasi esclusiva da indizi confortanti nella produzione e nelle immatricolazioni di veicoli. Dati positivi che si sono tradotti nel tempo (specie nell’era Covid, quando le richieste di mezzi erano aumentate in modo esponenziale), in assunzioni e in stabilizzazioni di personale precario per effetto anche dell’impegno congiunto dell’azienda, delle organizzazioni sindacali e delle Rsu. Ora il plein air non sta forse attraversando una crisi vera e propria, bensì un calo nella produzione dovuto alla fine dell’onda lunga post pandemia e al senso di instabilità economica in ambito europeo. Quale che sia la definizione giusta, il contesto attuale comporta questo tipo di decisione da parte di Trigano, che ricorre a tali soluzioni come "risposta" alle avversità del mercato. In termini di cifre, per Cusona si parla di una riduzione, da settembre, di cinque pezzi al giorno: da 24 a 19. Le mancate conferme di addetti hanno riguardato in queste settimane pure un altro stabilimento, ovvero Trigano Van, in Abruzzo. Non licenziamenti - come si erano verificati nelle fasi successive alla grave crisi del 2008 - ma sempre casi di persone che prima avevano un lavoro, per quanto a scadenza, e che adesso restano purtroppo senza una occupazione nei territori di Poggibonsi e San Gimignano come altrove, in seguito alle sofferenze nelle quali si trova il comparto. Un’intesa fra le parti per adesso non c’è. "Come Fim Cisl Toscana restiamo in allerta per monitorare la situazione, tenendoci pronti a proporre soluzioni qualora ce ne fosse bisogno", afferma Giuseppe Cesarano, segretario regionale della stessa sigla. Per Fiom Cgil, la segretaria provinciale Daniela Miniero ha avanzato l’idea di una priorità per la riassunzione delle maestranze ora non confermate. Quello che in gergo sindacale è chiamato ‘serbatoio’ o ‘contenitore’ di forza lavoro. Tutto nell’eventualità di un cambiamento in positivo degli scenari odierni. Formulando un auspicio: "Vorrei vedere insieme Fim e Fiom a difendere i diritti delle persone contrattualmente meno protette, e se necessario a battere i pugni sul tavolo".

Paolo Bartalini