PINO DI BLASIO
Cronaca

Brugnaro, asse vincente tra Venezia e Siena "Sono secondo tra i sindaci? Devo migliorare"

"Non ho bisogno di inviti per venire al Palio, ci sono stato tante volte con mia moglie. Invidio gli scudetti della Mens Sana nel basket. Ho investito sulla tenuta San Giobbe per portare i miei figli dai nonni. Con Chiusi in A2 faremo maturare i giovani campioni"

di Pino Di Blasio

Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia, cita anche le Contrade di Siena e il Palio per spronare l’Italia ad avere coraggio. E lo fa commentando il suo secondo posto nelle classifiche di popolarità dei sindaci. "A Siena lo sapete bene - risponde Brugnaro, scherzando sul piazzamento - il secondo è il primo degli sconfitti. E’ una spinta a migliorarsi, anche se è un premio alla visibilità di chi ha lavorato ogni giorno per garantire i servizi, mentre i cittadini erano chiusi in casa per il lockdown".

La sua parola chiave è coraggio, l’ha scelta anche per ’Coraggio Italia’ assieme al governatore della Liguria Toti.

"Ci vuole coraggio per fare le cose in questo Paese, per candidarsi a sindaco senza prendere lo stipendio ed essere costretto a girare le mie 23 società a un blind trust. Ci vuole coraggio per dire in campagna elettorale, come ho fatto con i veneziani, che non basta essere primi per la raccolta differenziata, ma bisognava realizzare anche un termovalorizzatore. Mi hanno rivotato lo stesso".

Quali sono le altre sue ricette?

"Sono quelle che ho imparato facendo l’imprenditore e puntando sullo sport. L’Italia è il Paese dei Comuni e dei grandi marchi, vince quando gioca da squadra, come dimostrano le Nazionali di calcio e di basket. Lo sport serve a questo, a dimostrare che vince sempre il migliore e serve competenza. E che tutti sono utili".

Se cita il Palio vuol dire che è stato invitato a vederlo...

"Non ho bisogno di inviti, con mia moglie che è di Chiusi sono stato al Palio diverse volte ed è sempre stata un’emozione incredibile. La cosa più bella sono le Contrade, non sono solo a Siena, ma lì sono speciali. E ho anche invidiato a Siena i tanti scudetti vinti nel basket. So che erano tutti meritati".

C’è un asse tra Venezia e la provincia senese?

"I rapporti tra le città sono il sale per dare futuro a questo Paese. Ho investito sulla tenuta San Giobbe a Chiusi perché dovevo portare i bambini dai nonni. Io ho 5 figli, 3 con Stefania Moretti che è di Chiusi ed è figlia di Torello, grossista di generi alimentari. Non ero ancora sindaco di Venezia, quando ho comprato quegli 800 ettari tra Toscana e Umbria".

E’ una delle sue 23 società o per lei è qualcosa di speciale?

"E’ il più grande allevamento di chianina in Europa vendiamo carne in tutto il mondo, dal Giappone agli Stati Uniti. L’azienda agricola ha gli obiettivi di autosostentamento ed eco-sostenibilità, ha anche due grandi bacini. Ma ci pensa gente meravigliosa a farla andare avanti. Ho ceduto il mio gruppo a un blind trust, faccio il sindaco di Venezia gratis, sto organizzando un partito nazionale, ’Coraggio Italia’ per indicare una strada ai sindaci civici. Non mi resta tempo per fare altro".

Ha conquistato la A2 con la San Giobbe Chiusi, continuerà a investire nello sport?

"C’è mio figlio Andrea, 26 anni, che ha in mano la società agricola e l’allevamento. Con il presidente della Reyer Federico Casarin e con Giuseppe Trettel della San Giobbe Chiusi abbiamo fatto grandi cose. Faremo maturare i giovani, imparando dall’Italia di Sacchetti che andrà alle Olimpiadi giocando e vincendo da squadra".

Lei conosce Duncan Niederauer, presidente del Venezia calcio tornato in serie A".

"L’ho portato io alla presidenza, prima c’era Joe Tacopina. Niederauer voleva andare via, l’ho convinto a recitare un ruolo da protagonista. Un’evoluzione vincente per lui e il Venezia".

Vi vedrete in Valdichiana?

"Una volta mi ha invitato ad andare a San Casciano dei Bagni, ma lui viene in Italia raramente".

Oltre agli affetti e agli affari cosa ha preso dalla Toscana?

"Toscana e Umbria mi sono nel cuore, la San Giobbe è a metà tra le due regioni. Nella mia azienda c’è il cippo che separava il Granducato di Toscana dallo Stato Pontificio. Perugia e Firenze si combattevano per l’acqua alzando i bacini. La prova storica che io sono sempre nei campi di battaglia".