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"Bar, negozi e Terme Ormai siamo allo stremo"

Chiusi-Chianciano, parla il presidente di Confcommercio Della Ciana "Finiti i pochi segnali di ripresa, non so se tutti vorranno continuare"

Le nuove misure restrittive, il Covid-19 che schiaccia il giro di affari e la fiducia nel futuro, il ricorso allo shopping online che soffoca i negozi di vicinato, la richiesta di aiuto per provare almeno a ripartire. Non è un momento semplice per le attività economiche e la Valdichiana non fa ovviamente eccezione. "Il periodo è critico – commenta Fabio Della Ciana, presidente delegazione Chiusi Chianciano di Confcommercio – dopo la riapertura qualche segnale di ripresa si era visto ma da metà settembre in poi c’è stato un nuovo rallentamento. Le difficoltà riguardano un po’ tutti i settori". Le attività come bar e ristoranti sembrano accusare particolarmente il colpo, legato soprattutto ma non solo alla chiusura alle 18, che li vede privare del giro di clientela serale che era ossigeno per gli incassi giornalieri. "Un duro colpo, il problema poi non è solo il loro – aggiunge Della Ciana – perché coi ristoranti ci lavorano in tanti, dai fornitori a chi fa assistenza alle macchine e anche queste professionalità avrebbero bisogno dei ristori. Pure l’edilizia, in crisi da anni, non vive una situazione delle migliori. Il bonus del 110% porta anche tanti dubbi da chiarire e poi bisognerà vedere se le piccole imprese avranno dei benefici". Il Covid ha messo ancora più in difficoltà Chianciano, i mancati arrivi hanno dato una picconata a una economia basata sul turismo.

E la città è preoccupata anche per il futuro delle Terme che "generano – aggiunge Della Ciana – tanti posti di lavoro, dagli alberghi ai ristoranti passando per i negozi, le Terme sono un richiamo per molte persone che arrivano a Chianciano". Cosa chiede il commercio locale per ripartire? Per il presidente Confcommercio delegazione Chiusi Chianciano, "a livello locale i comuni hanno preso anche iniziative importanti, penso ad esempio alla Tari. Ma è una goccia nel mare, è a livello nazionale che bisogna agire perché i costi che hanno le imprese hanno sono alti. Dopo la riapertura la gente si è rimboccata le maniche, ora con le nuove chiusure, parziali o totali che siano, non so se tutti avranno la voglia e la forza di continuare". Ma resistere significa anche ricevere una mano dai cittadini del posto. In molti preferiscono acquistare con un click nei grandi negozi online o recarsi nei centri commerciali di grandi dimensioni: il rischio è che queste scelte possano far chiudere i negozi locali che sono un patrimonio dei paesi. "Passati i primi giorni – conclude Della Ciana – la gente è tornata ad acquistare in Rete dimenticandosi del commercio di vicinato".

Luca Stefanucci