Banca Mps e Fondazione siglano l’accordo Intesa da 150 milioni per evitare le cause

Chiusi con un risarcimento i contenziosi relativi agli aumenti di capitale con 3 miliardi e 800 milioni investiti da Palazzo Sansedoni. Un comunicato congiunto annuncia la pace. Se ne va così la parte più consistente del debito. Rossi: "Soddisfatti della soluzione"

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di Pino di Blasio

SIENA

L’annuncio è arrivato a sorpresa dopo ripetute smentite di trattative nelle settimane precedenti. I vertici di Banca Monte dei Paschi, guidati dalla presidente Patrizia Grieco e dall’amministratore delegato Guido Bastianini, e della Fondazione Mps, con il presidente Carlo Rossi e il direttore generale Marco Forte, hanno raggiunto l’accordo preliminare per risolvere i contenziosi legali relativi agli aumenti di capitale della banca, supportati dalle contabilizzazioni contestate nei bilanci dei derivati di Alexandria e Santorini. Contenziosi legali che potevano fare da base per risarcimenti danni da 3 miliardi 800 milioni. Che sarebbe la somma che la Fondazione Mps ha investito per coprire la sua parte di aumenti di capitale. L’accordo è stato annunciato da un comunicato congiunto di banca e Fondazione. "La Fondazione Monte dei Paschi di Siena e la Banca Monte dei Paschi di Siena SpA comunicano che, in data odierna, è stato raggiunto un accordo preliminare tra la Banca e la Fondazione in ordine alle richieste stragiudiziali riferite, in sintesi, all’acquisizione di Banca Antonveneta, all’aumento di capitale 2011 e agli aumenti di capitale 2014-2015.

Nell’accordo preliminare definito con l’assistenza dei rispettivi legali e approvato dalla Deputazione Amministratrice della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, "la Banca Monte dei Paschi di Siena si impegna a sottoporre alla deliberazione del prossimo Consiglio di Amministrazione della Banca, che si terrà il 5 agosto 2021, una transazione che definisce in maniera conclusiva ogni contenzioso in essere.

Per effetto dell’accordo preliminare la Fondazione otterrà, tra l’altro, il pagamento di 150 milioni di euro e impegni sulla valorizzazione del patrimonio artistico della Banca. L’accordo preliminare consente alla Banca di ridurre le richieste risarcitorie per un ammontare pari a 3.8 miliardi, offrendo un contributo rilevante alla soluzione del principale elemento di incertezza che grava sul bilancio della Banca".

La deputazione della Fondazione ha già approvato l’accordo. Il Consiglio di amministrazione della banca lo farà nella riunione del 5 agosto e nella stessa occasione approverà anche il bilancio semestrale. E’ stata la Consob a sollecitare l’annuncio dell’accordo preliminare, anche per rivelare ai mercati che molti degli ostacoli che si frappongono alla ’soluzione strutturale’ sono prossimi a cadere. A frenare l’acquisizione del 64% della banca in mano al Tesoro, infatti, in queste settimane sono stati proprio i rischi di risarcimenti miliardari per le cause legali. E dopo la sentenza di Milano che ha cancellato la richiesta dei fondi rappresentati da Giuseppe Bivona, adesso l’accordo raggiunto con la Fondazione toglie dalla somma per i risarcimenti la cifra maggiore, 3,8 miliardi. "La deputazione ha approvato un accordo che per noi è più che soddisfacente – commenta il presidente della fondazione Carlo Rossi – anche perché irrobustice il patrimonio della Fondazione stessa e risolve un contenzioso legale che rischiava di essere problematico sia per la banca che per la fondazione. La cifra dell’accordo è stata avallata anche da pareri di autorevoli studi legali, non solo lo studio Menchini che assiste la Fondazione. Ora si apre una nuova fase. Un altro dettaglio importante è l’accordo sull’uso del patrimonio artistico. La Fondazione potra utilizzare le tante opere d’arte della banca, che restano di proprietà di Rocca Salimbeni, per tutte le mostre e le iniziative culturali che organizzerà".

Il sindaco De Mossi commenta:"L’amministrazione comunale, che ha insistito, recentemente da sola, per far avere l’indennizzo, anche tramite la lettera aperta dello scorso 29 giugno, rivolta al governo Draghi dal sindaco Luigi De Mossi, richiede che non venga fatta una vendita al ribasso e che vengano tutelate l’occupazione e i diritti dei dipendenti, il rapporto con il territorio, la tutela del marchio, il patrimonio artistico e la permanenza della direzione nel luogo ove la Banca è nata".