Balasso inventa la lingua di Ruzante "Il comico è il tragico visto di spalle"

Stasera in scena al Politeama ’Amori disperati in tempi di guerre’. "Commedia in un italiano anticato"

Balasso inventa la lingua di Ruzante  "Il comico è il tragico visto di spalle"

Balasso inventa la lingua di Ruzante "Il comico è il tragico visto di spalle"

"Il comico è il tragico visto di spalle": parola di Natalino Balasso che riscrive l’opera di Angelo Beolco detto il Ruzante e interpreta questo testo teatrale nato da una raffinata ricerca linguistica, assieme ad Andrea Collavino e Marta Cortellazzo Wiel. Un terzetto di disperati che si esprimono in un neo-dialetto spassoso, trovando nella vis polemica del drammaturgo veneto un potente collegamento con la comicità di Balasso. E’ così che va in scena "Balasso fa Ruzante", ovvero "Amori disperati in tempo di guerre", domani alle 21 Teatro Politeama di Poggibonsi. In principio c’era il "ruzzare". Vale a dire il rincorrersi per giocare.

Giocarerecitare sopra radici teatrali e linguistiche senza inciampare. Balasso ci è riuscito intrecciando una compilation di testi tratti dall’opera di Beolco e re-inventando un gergo che ne mantenesse senso e suono.

Chi è Natalino Balasso?

"Un vecchio artista che cerca di fare il suo mestiere fuori dagli schemi".

Cosa trova il pubblico sul palco del Politeama?

"Una commedia ruzantiana. Troverà un mondo che è quello dei contadini del ’500. Con personaggi travolti dalle vicissitudini, da eventi di guerra. Un testo originale per il quale ho fatto uno studio linguistico sul volgare del Cinquecento".

Lei riscrive l’opera del Ruzante. Cosa lo ha spinto a guardare verso il drammaturgo?

"I dialetti sono molto cambiati. Mi piace questa sorta di leggerezza, anche greve. I temi sono il sesso, la fame ma anche temi drammatici. Di Ruzante mi piacciono i sentimenti basilari".

Come nasce l’idea di questo neo dialetto spassoso?

"La commedia è in italiano, se vogliamo possiamo dire ’anticato’. Angelo Beolco viene dalla borghesia, è una persona colta e calca molto la mano sulla terminologia che usa; un dialetto molto duro, in una situazione dove c’è questa donna contesa tra due amici. La donna è la moglie di Ruzante in realtà. È molto attrattivo quel tipo di linguaggio ma oggi sarebbe chiaramente non comprensibile e ho cercato di tradurlo in questo italiano volgare che abbia termini duri".

Quale è la vena polemica di questo spettacolo?

"Quanti Ruzante ci sono in giro oggi? Una virata verso la commozione e la tragedia. Il comico è il tragico visto di spalle".

Lo spettacolo ha debuttato nel 2021 al Teatro Stabile di Bolzano. Come va la tournée?

"Va bene. La gente si diverte molto e c’è nostalgia per la semplicità che torna tra il pubblico".

Fabrizio Calabrese