REDAZIONE SIENA

Assalto e rapina ai portavalori. Sgominata la banda sarda che aveva rubato i van a Siena

Il colpo era stato messo a segno il 28 marzo sull’Aurelia nel comune di San Vincenzo. I furgoni usati dai malviventi erano stati portati via il 31 ottobre dalla zona dei Due Ponti.

Il colpo era stato messo a segno il 28 marzo sull’Aurelia nel comune di San Vincenzo. I furgoni usati dai malviventi erano stati portati via il 31 ottobre dalla zona dei Due Ponti.

Il colpo era stato messo a segno il 28 marzo sull’Aurelia nel comune di San Vincenzo. I furgoni usati dai malviventi erano stati portati via il 31 ottobre dalla zona dei Due Ponti.

"Quei due van sono miei, me li hanno rubati il 31 ottobre nella zona dei Due Ponti dove li avevo lasciati, in un piazzale, sotto le telecamere perchè pensavo che fossero in un posto sicuro. Invece...". Alessandro De Romanis è il proprietario dei due van con i quali, il 28 marzo, un cammando di 11 uomi ha fatto un assalto, sull’Aurelia nel comune di San Vincenzo in provincia di Livorno, ai furgoni portavalori. De Romanis aveva raccontato a La Nazione la dinamica del furto dei due mezzi di sua proprietà.

A distanza di due mesi i presunti artefici della rapina sono stati arrestati, ieri mattina, nell’ambito di una maxi operazione dei carabinieri. Undici uomini, di età compresa tra i 33 e i 54 anni, tutti originari della Sardegna, ritenuti responsabili a vario titolo di rapina pluriaggravata, detenzione e porto di armi da guerra, munizioni ed esplosivi, oltre che di furto e ricettazione. Nell’assalto con armi da guerra al furgoni portavalori, i malviventi erano scappati portando via 3 milioni di euro. Vengono dall’Ogliastra, Baronia, Barbagia, piana di Ottana e Goceano.

Grazie a telecamere di sorveglianza gli investigatori, come ha spiegato il comandante dei carabinieri di Livorno Piercarmine Sica nella conferenza stampa convocata ieri mattia al comando labronico, hanno ricostruito i movimenti degli 11 arrestati, attraverso anche i biglietti dei traghetti tra l’isola e il continente e la ricostruzione dei tabulati telefonici. Si trattava di telefonini Nokia senza connessione dati, quindi irrintracciabili. Proprio attraverso i contatti telefonici tra gli arrestati che andavano avanti da diversi mesi, con furti di mezzi utilizzati per l’assalto dalla provincia di Roma e in zona di Siena, è stata possibile la ricostruzione di una rete di esecutori materiali, otto persone, e tre di supporto e osservazione del movimento dei portavalori. I 3 milioni di euro sottratti nel corso della rapina non sono stati ancora recuperati: l’ipotesi è che il bottino possa essere stato sepolto nelle immediate vicinanze. Alcuni degli arrestati hanno precedenti specifici per rapina e per detenzioni di armi da fuoco.

"In meno di due mesi siamo arrivati a eseguire queste ordinanze di custodia - ha detto il procuratore capo di Livorno Maurizio Agnello - grazie alla grande collaborazione tra procura e carabinieri e a un lavoro ininterrotto e continuo che ha consentito di procedere a un ventaglio ampio di indagine, già nell’immediatezza indirizzata dai filmati di cittadini coraggiosi che rischiando hanno filmato il colpo. Gli arrestati non si aspettavano di essere indagati, tanto è che li abbiamo trovati in possesso ancora di esplosivi e munizionamento. C’è il sospetto che alcuni siano anche stati partecipi di altri che sarà oggetto di altri approfondimenti".