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Arriva il nuovo disco della ’Serpe d’oro’ Il canto toscano che racconta una regione

"Quando nasceste voi, nacque un giardino, di tutte qualità c’erano i fiori, l’odore si sentiva di lontano e specialmente odor di gelsomino…". Eccoli tornare, puntuali come le stagioni di un tempo, i musicisti della Serpe d’Oro, il gruppo che attraversa la Toscana in lungo e in largo con l’entusiasmo di sempre. Eccoli, con una rinnovata formazione, a presentarci "Il pane e la sassata (L’amore… è come l’ellera?)", il nuovo disco che precede tutta una serie di esibizioni che si rifanno ad un lungo repertorio ma con in primo piano i diciotto brani di questo elaborato progetto artistico.

Intanto cominciamo dal titolo: "Non si può, e non vogliamo – dicono – cantar come contadini né pensare che l’amore sia cosa semplice né che suonare musica popolare sia cimento da affrontarsi a cuor leggero. Né, infine, che maschile e femminile corrispondano a concrezioni definite. In musica come nella vita. E quindi ci sta il pane e la sassata". Intanto, aggiungiamo noi, ci sembra un disco maturo, che adopera antiche suggestioni popolari e le trasporta al presente con arrangiamenti leggeri e mai pretenziosi, offrendo a tutto il lavoro un senso evocativo che ha il sapore del passato ma mai della stanca retorica del "bel tempo che fu". Un vero e proprio itinerario nel canto toscano, dall’iniziale "Son partito da Arcidosso (Vogliamo le bambole)", per proseguire un percorso che attraversa fiume e valli, rincorre storie ed amori, addomestica stornelli, come quelli mugellani, si diverte a raccontare favole, nell’eterna metafora di racconti che hanno a che fare con l’amore, la fame, le ingiustizie.

Eccola l’attuale formazione: Fabio Bartolomei, Jacopo Crezzini, Andrea Del Testa, Flavio Jacopi e Igor Vazzaz, con quest’ultimo spesso voce solista e cocchiere delle strade sterrate attraversate da La Serpe d’Oro. Ci sono poi, come ogni disco che si rispetti, una bella serie di partecipazioni: Claudio Riggio, Stefano Giannotti, Pamela Larese, Luca Giovacchini, Daniele Ghilardi, Riccardo Innocenti e Serena Davini. Non mancano degli interessanti ’fuoristrada’ come "Amor, la vaga luce", testo di Giovanni Boccaccio portato in musica proprio da Igor Vazzaz (già nei social con un videoclip) o la cover nostalgico-romantico di "Sfiorisci bel fiore" del grande Jannacci.

Massimo Biliorsi