MASSIMO CHERUBINI
Cronaca

Allarme peste suina africana "Abbattere centomila cinghiali per salvare gli allevamenti"

Il piano del commissario straordinario e le cifre di Periccioli, vicepresidente Federazione caccia "Aumentare i prelievi per tutelare anche la specie". Prandini e l’intervento dell’Esercito.

Allarme peste suina africana  "Abbattere centomila cinghiali  per salvare gli allevamenti"

Allarme peste suina africana "Abbattere centomila cinghiali per salvare gli allevamenti"

di Massimo Cherubini

Forte riduzione della presenza di cinghiali anche nella nostra provincia. Il ’Piano nazionale di catture, abbattimento e smaltimento dei cinghiali’ prevede, infatti, una riduzione annuale tra il 70 e l’80% delle presenze. In Toscana, secondo i numeri contenuti nel documento del Commissario Straordinario, dagli 80mila abbattimenti annui nel quinquennio 20232028 i cinghiali da prelevare dovranno essere oltre 110mila annui. Particolarmente interessate le province di Siena, Grosseto e Firenze, con un numero elevato di ungulati.

"E’ un Piano necessario - commenta Moreno Periccioli vice presidente nazionale della Federazione Italiana Caccia e ex assessore regionale all’agricoltura - perché la peste suina africana è un rischio senza precedenti per l’allevamento suinicolo a livello mondiale. L’obiettivo del raddoppio del prelievo della specie cinghiale è coerente con la letteratura scientifica che suggerisce una riduzione del 70- 80% della popolazione stimata: 612.000 mila capi da prelevare, solo il primo dei cinque anni del Piano, con catture, operazioni di controllo e caccia. Un obiettivo enorme per l’Italia. Perché il Piano riesca c’è bisogno della collaborazione, e dell’impegno convinto, di tutti gli attori".

In questo contesto spicca il ruolo dei cacciatori. Occorre, per attivare un simile piano (il presidente di Coldiretti Ettore Prandini ha chiesto che "scenda in campo l’esercito per fermare l’invasione degli oltre due milioni di cinghiali") la condivisione di tutte le associazioni venatorie. "Ma così - dice ancora Periccioli - non ci siamo. Prevedere obiettivi del 40% in più di prelievo in Toscana, 113.000 capi, zona indenne dalla malattia non ha senso. Prevedere di azzerare la presenza del cinghiale nei distretti suinicoli, di senso ne ha ancor meno". I ’territori’ secondo il piano sono quelli con la presenza di allevamenti. In questi "distretti" scatterebbe il divieto di caccia per un raggio di 15 chilometri, una penalizzazione notevole per i cacciatori. Su questo tema il vicepresidente della Fidc dissente dal "prevedere meccanismi di penalizzazione verso le squadre organizzate. Questo dimostra diffidenza verso le stesse e sulla base della diffidenza non si stimola l’impegno e la collaborazione". Il piano viene ora sottoposto alla valutazione della Conferenza Stato-Regioni. "Mi auguro - è l’auspicio di Moreno Periccioli - che vengano corrette queste evidenti storture e si consenta a tutti di partecipare con il massimo dell’impegno a uno sforzo eccezionale da compiere nell’interesse generale".