Cugini di vino. Uno è Alberto, 31 anni, commercialista, stile classico, pacato, quasi istituzionale; l’altro è Francesco, 34 anni, operatore nel settore del turismo e titolare di un wine bar, un anfitrione dandy sempre col sorriso sulle labbra. Entrambi vivono a Castellina in Chianti, dove oltre al cognome Landi condividono anche alcuni ettari di vigne che fino a qualche tempo producevano uve conferite ad altre aziende locali. Poi la pandemia e la sana lentezza di quei giorni accese una lampadina, rinverdendo il piacevole ricordo dei cugini fraterni che da piccoli giocavano in quel pezzo di terra vicino casa. "Ci siamo chiesti proprio in quel periodo il perché non fare un vino tutto nostro, anzi due – racconta Alberto Landi - e, nonostante le perplessità dei nostri babbi, ci abbiamo creduto e siamo partiti: così dalla uve raccolte nella vendemmia 2021 sono nati i primi due vini che ci rappresentano e con i quali non vogliamo inseguire chissà quale modello di business - le bottiglie prodotte al momento sono circa 1.700 – ma condividere insieme un progetto affascinante per il sano gusto di farlo". Ecco, dunque, nel calice due vini complessi e profondamente diversi tra di loro, proprio come i due cugini: da un lato il Poggioalpero Toscana Igt, 100% uve Sangiovese; vino di struttura, elegante, piacevolmente minerale che rispecchia in tutto e per tutto Alberto, fin dall’etichetta in stile classico e raffinato. Nell’altro Bogart Primo (dal soprannome con cui tutti conoscono Francesco), un Toscana Igt Merlot in purezza che non ti aspetti, esuberante e non ancora domo, ma già raffinato e dai margini di crescita interessanti. "Devo soprattutto ringraziare mio cugino Alberto – racconta Bogart – che insieme all’agronomo Luca Benato sono stati i veri fautori di questa idea in cui io ci ho messo letteralmente la faccia (il suo volto è raffigurato in etichetta, ndr) e che farò del mio meglio per far conoscere ed amare. La principale sfida sarà quella di farsi apprezzare in un mercato globale ma in cui di vino ce n’è già tanto. Ma qui c’è anche una storia che vale la pena ascoltare".
Alberto e Francesco ai primi assaggi hanno intanto superato un primo scoglio: scavalcare la perplessità iniziale dei loro rispettivi babbi. Furono proprio loro, i fratelli Roberto - padre di Alberto - e Andrea – babbo di Francesco – ad acquistare la tenuta nel 1978 e coltivare quelle vigne che oggi i figli hanno deciso di rilanciare con un progetto tutto loro che esprime il territorio di Castellina in Chianti in tutte le sue caratteristiche.
Giovanni Pellicci