
Non ci sarà nessun restauro né un’operazione di recupero. Anche perché non sono interventi da affrontare e divulgare a cuor leggero, con una velina sindacale. Soprattutto se si parla di un ciclo di affreschi che è patrimonio universale, come il Buongoverno di Ambrogio Lorenzetti. Servirebbero studi poderosi, comitati scientifici di valore, progetti ministeriali e trafile burocratiche lunghe, non liquidabili con parole usate a caso.
Sarà un’operazione di manutenzione ordinaria del Buongoverno, una ripulitura, uno spolverata programmata dalla Soprintendenza già qualche anno fa. Rinviata per problemi di budget, oggi risolti grazie al contributo annunciato dai tre Rotary di Siena più quello di Tavarnelle. Ma una sbagliata comunicazione dell’intervento, come è accaduto per l’autogol polemico sulla mostra di Duccio, ha tolto pathos e spessore a un’idea indovinata del sindaco Luigi De Mossi e dei curatori di altri eventi collaterali. Banalizzandola come comunicazione.
Il progetto del Comune è partito da una mostra di sculture di Giuseppe Gavazzi, il maestro dei restauri, conservate nello studio dell’artista a Pistoia. Curata da Mauro Civai, Andrea Sbardellati e Enrico Toti, la mostra di un centinaio di opere era prevista inizialmente al Santa Maria, ma probabilmente sarà spostata ai Magazzini del Sale.
E così è venuta l’idea di collocare qualche statua del maestro Gavazzi, sotto i capolavori che ha restaurato, primo fra tutti il ciclo del Buongoverno. E siccome da idea nasce idea, ecco che, rispolverando la ripulitura programmata dalla Soprintendenza, il Comune ha pensato di affidare l’intervento a Massimo Gavazzi, figlio di Giuseppe, che sarà affiancato dall’architetto Sbardellati e da Nadia Montevecchi, che si occuperà delle ricerche sullo stato di conservazione degli affreschi, con l’uso di tecnologie innovative.
Prendendo spunto, poi, dalle impalcature piazzate nel 2015 da Alessandro Bagnoli per la Maestà di Simone Martini e dai ponteggi piazzati attorno al pulpito di Nicola Pisano in Duomo, il sindaco vorrebbe programmare "passeggiate" sui ponteggi per ammirare da vicino i dettagli del ciclo del Lorenzetti. Un’occasione unica per dare al Buongoverno la fama che merita, visto che è un’icona usata da tutti, spesso anche a sproposito. Se anche il Fondo Monetario Internazionale l’ha chiesta per spingere il mondo a pagare le tasse, quel messaggio ha una forza che non può essere banalizzata. E qualunque intervento il Comune abbia in mente di fare, avrà un impatto che andrà molto oltre le mura di Siena.
Le visite guidate sui ponteggi, lo studio sugli interventi necessari per la conservazione degli affreschi, avranno bisogno di supporti culturali e scientifici di spessore. Meglio pensare a un comitato di esperti, prima che alle ricadute sul turismo.
Pino Di Blasio