Questioni aperte. Sono ancora tante per i commissari che in 14 mesi hanno scavato sulla morte di Rossi. Anche se la maxi perizia viene definita "un punto fermo, di fondamentale valore sia per l’inchiesta parlamentare conclusa che per i seguiti che potranno aversi nelle competenti sedi". E’ stato un suicidio ma, per esempio, in un passaggio della relazione si rileva "che non sono emersi elementi di natura medico-legale per poter ricondurre in modo certo l’origine delle lesioni al volto alla fase preparatoria della precipitazione", come prospettato dal consulente del pm nella seconda inchiesta del 2016. Soprattutto, come si vede dal filmato della telecamera esterna di sicurezza n.6 nel vicolo, "i periti hanno posto in evidenza che una tempestiva azione di soccorso avrebbe potuto evitare la morte del precipitato". Insomma, poteva essere salvato, Rossi, rimasto agonizzante per 20 minuti.
Alcune pagine della relazione sono dedicate all’esperimento giudiziale che avrebbe dovuto svolgersi proprio a settembre a Siena. Accertamenti per riscontrare quanto riferito da alcuni dei principali protagonisti della fase di rinvenimento del corpo e di quella immediatamente successiva, a partire dal tempo necessario per percorrere a Siena alcuni tragitti. Compreso quello per recarsi dall’ufficio di Rossi all’uscita del Monte in piazza dell’Abbadia usando il tunnel di collegamento fra i due edifici. Cosa resa importante dal ritrovamento del secondo video, che sarebbe stato cancellato (risalendo all’epoca in cui ciò è avvenuto si potrebbe risalire agli autori), da cui risulta l’uscita di due persone (che nulla hanno a che fare con la morte di Rossi, sarebbe stato già verificato dalla procura), che si allontanano appena 2 minuti e 17 secondi dopo il volo dal terzo piano del manager. Numerose le audizioni previste (alcune persino sotto la forma dell’esame testimoniale) di persone già audite, sia delle forze dell’ordine che di tecnici.
La.Valde.