È rimbalzata sui social la vicenda del dipendente del supermercato Lidl di Sinalunga, che secondo quanto riferito dalla Filcams Cgil di Siena, avrebbe accusato un malore a seguito di un’aggressione verbale da parte della responsabile del punto vendita, la stessa che avrebbe poi anche impedito l’intervento del soccorso sanitario, tenendo chiuse le porte del negozio. A rendere pubblico il fatto su Facebook è la Cgil Toscana che, nella giornata di ieri, ha postato un video realizzato durante un incontro tra Massimiliano Fabozzi, membro della Filcams senese, e i dipendenti del supermercato. Le testimonianze appaiono univoche e parlano di un brutto momento creatosi in clima un già difficile; a suscitare però maggiore impressione è il racconto del diretto interessato che, in più di un passaggio, appare quasi sopraffatto dall’emozione. "Ho paura per il mio posto di lavoro – dice il dipendente, un uomo di giovane età – e di quello che mi faranno, non l’azienda ma la persona con cui ho avuto problemi. Ho paura perché ho famiglia e una figlia e mi è stato detto che avrei avuto problemi anche personali". Il lavoratore conferma quanto raccontato alla Filcams Cgil: è entrato al lavoro alle 5, è stato convocato dalla capo-negozio che gli ha contestato la partecipazione ad un’assemblea del personale. "Era un mio diritto, non penso di aver fatto niente di male, ho esposto i problemi di tutti, ma non è andata giù", prosegue la testimonianza del dipendente che, dopo il rimprovero, intendeva fare una pausa, ma ha accusato un malore. Ha quindi chiamato il 118 ed è rimasto in contatto telefonico con gli operatori sanitari, bloccati all’esterno dall’opposizione della stessa capo-negozio ad aprire le porte del punto vendita. "Si tendono a sopprimere i diritti essenziali sanciti dalla legge 300, lo Statuto dei lavoratori" commenta con preoccupazione Fabozzi. "I lavoratori della Lidl di Sinalunga ci hanno interpellato per risolvere problemi di sicurezza – prosegue Fabozzi –, come lo stacco obbligatorio di 11 ore tra turni di lavoro ed è emerso un attacco alla democrazia nei luoghi di lavoro, a partire dal diritto di assemblea". Le voci dei dipendenti sembrano comunque andare tutte in un’unica direzione, auspicando un intervento dell’azienda nella quale si nutre dunque ancora fiducia.
Diego Mancuso