
Il procuratore Boni
Siena, 14 novembre 2023 – Era nascosto in un mini-appartamento a Cormano, centro di poco più di 20mila abitanti a nord di Milano. Qui l’hanno scovato domenica i carabinieri della compagnia di Sesto San Giovanni, portando in carcere a San Vittore il 20enne egiziano ritenuto dalla procura di Siena responsabile di due aggressioni nel giro di tre giorni con il ferimento di quattro pakistani, la prima il 3 novembre al centro accoglienza di suor Nevia a San Girolamo, cuore della Caritas, il secondo il 5 novembre in piazza Gramsci, nel cuore della città. Per entrambe l’accusa è di tentato omicidio con l’aggravante dei futili motivi.
Un’operazione lampo quella congiunta di Arma e polizia che ha consentito in soli nove giorni di far scattare il fermo di indiziato di delitto emesso dalla procura per una vicenda che ha allarmato Siena. Come prova il summit in prefettura con il sindaco di Siena Nicoletta Fabio e i vertici delle forze dell’ordine dopo le due violente aggressioni. Oggi in carcere a Milano si svolgerà la convalida. Ad occuparsi del caso è il gip Tommaso Perna salito recentemente alla ribalta della cronaca per il ’no’ a 140 arresti chiesti dalla Dda nell’ambito dell’inchiesta su un presunto sistema mafioso a Milano. A difendere l’egiziano è l’avvocato Edoardo Federico Pisani.
Aveva capito che lo cercavano, il ragazzo. Ovunque. Erano state battute a tappeto da carabinieri e polizia, in divisa e in borghese, le zone che frequentava a Siena. Compresa la stazione ferroviaria, naturalmente il centro storico. Era il ricercato numero uno in città. Perché il 3 novembre, intorno alle 9, usando un cacciavite aveva ferito tre pakistani, due ad un braccio ed un terzo alle spalle. Nessuno in modo grave, niente prognosi riservata ma grande allarme, urla e tanto sangue. L’aggressore si era volatilizzato prima che arrivassero i carabinieri. Ancora più eclatante la seconda aggressione, domenica 5 intorno alle 19 in piazza Gramsci punto di attracco di pullman e bus ma anche ’salotto’ della città.
Un altro migrante, sempre pakistano, era stato ferito al collo perdendo molto sangue e venendo soccorso dagli addetti della ’Bonucci Boulangerie’, in particolare il barman era andato a dividere. Sembrava, dalle testimonianze, che fosse stato colpito con un pezzo di bottiglia. In realtà è emerso che il giovane avrebbe utilizzato un coltello tipo karambit. Un’arma da taglio caratterizzata dalla lama a mezzaluna perfetta per recidere in profondità e dall’anello all’estremità del manico. Per quest’ultimo episodio, oltre al tentato omicidio, viene contestato infatti dalla procura guidata da Andrea Boni anche il porto di armi ed oggetti atti ad offendere. Non si esclude, però, come emerso a caldo, che potesse avere anche un pezzo di vetro. Il pakistano, portato d’urgenza al policlinico se l’era cavata con circa 10 giorni di prognosi.
La conferma che l’autore dei due episodi era lo stesso, come da subito sospettato, è arrivata dall’intensa attività di indagine svolta: tante persone che avevano assistito ai ferimenti ascoltate dagli investigatori. I filmati delle telecamere di videosorveglianza cittadina vagliati per ore unitamente a quelli delle attività private, in primis della ’Boulangerie’. Un patrimonio di immagini prezioso per il Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Siena e per la squadra mobile. Per arrivare a contestare il tentato omicidio deve essere emerso un comportamento particolarmente violento del giovane, oltre all’uso di armi con cui ha sferrato colpi in zone del corpo dove ci sono organi vitali. Per l’aggressione nel centro accoglienza di suor Nevia la procura contesta al 20enne anche la lesione personale aggravata.
Non è stato difficile risalire all’egiziano, il problema era trovarlo velocemente. "E’ stato individuato e bloccato dai carabinieri della Compagnia di Sesto San Giovanni a Cormano – conferma in una nota il procuratore Boni – in un miniappartamento all’interno di un condominio dove verosimilmente aveva trovato riparo presso un conoscente dopo essersi allontanato dal capoluogo senese".