REDAZIONE SIENA

Addio a Luigi Berlinguer. Politico, rettore e ministro

Ricoverato alle Scotte per qualche settimana, è morto in una casa di riposo. Con lui l’Università diventò grande. Firmò la riforma dei corsi di laurea 3+2.

Addio a Luigi Berlinguer. Politico, rettore e ministro

Luigi Berlinguer è morto ieri sera in una residenza assistita, dopo una degenza di settimane al Policlinico Le Scotte, dove è stato ricoverato fino a fine settembre nel reparto di cardiologia. La notizia è rimbalzata subito su tutti i social e i profili di professori universitari, dirigenti politici, ex parlamentari e amici del professore. Aveva 91 anni, negli ultimi tempi si divideva tra le sue case a Stigliano e in via del Porrione, e Roma. Non aveva perso la lucidità di analisi, sul sistema universitario e sui temi politici. Come ha dimostrato nell’ultima intervistai che ha rilasciato a La Nazione mesi fa.

Luigi Berlinguer è stato tante cose nella sua vita. Deputato e sindaco in Sardegna, consigliere regionale e deputato del Monte dei Paschi, quando era banca di diritto pubblico, docente di Storia del diritto italiano, membro della direzione nazionale del Pci, cugino di Enrico Berlinguer, era predestinato a diventare rettore dell’Università di Siena.

Lo diventò nel giugno 1985, ottenendo più consensi del suo rivale alle urne, il professor Remo Martini, preside di Giurisprudenza. Restò alla guida dell’ateneo fino al 1994. In quei dieci anni gli iscritti passarono da 11.190, tra i quali 2.300 matricole, a 17.220, tra cui oltre 3.800 al primo anno. "Siena era un’università ancillare rispetto a Firenze e Pisa - confessò nell’intervista a corredo del libro ’Finestre sul mondo’ - non aveva grande capacità di attrazione per gli studenti. Da piccolo club di intellettuali diventò la porta attraverso la quale Siena si apriva al mondo". Nuove facoltà, grandi eventi, lezioni di leader politici e simposi come la Pontignano Conference. Il momento clou furono le celebrazioni per i 750 anni dell’Università: un cartellone ricchissimo di eventi, con una processione di rettori da tutte le università europee da Piazza del Campo alla Basilica di San Francesco.

L’unico neo, il rifiuto della città di dedicare un Palio straordinario all’anniversario. "Ho vissuto quel rifiuto come una sconfitta - disse nell’intervista - perché fu un intrigo ma anche il segnale che gli studenti non erano graditi dalla città". Nel ’93 fu ministro per un giorno nel Governo Ciampi, si dimise per il diktat di D’Alema sul caso Craxi, salvato dal voto in Parlamento. Nel ’94 fu eletto deputato e diventò presidente del gruppo Progressisti alla Camera

Nel primo governo Prodi fu ministro dell’Università e della ricerca, varò la riforma del 3 + 2 dei corsi di laurea. Tornò in Parlamento anche da senatore, l’ultima elezione al Pariamento europeo con il Pd nel 2009. Oggi la salma di Luigi Berlinguer sarà esposta nella sala del rettorato dell’Università.

Pino Di Blasio