di Laura Valdesi
SIENA
Cessione del marchio Ac Siena, la novità del processo sta tutta nella frase stringata pronunciata dal presidente del collegio Roberto Carrelli Palombi prima che vengano ascoltati due finanzieri che si sono occupati della vicenda. Il magistrato dà infatti atto della revoca della costituzione di parte civile nei confronti dell’ex presidente di Rocca Salimbeni Giuseppe Mussari, ma anche dell’alto dirigente di Banca Mps Antonio Marino e dei due quadri che sono imputati nel processo con loro. Vale a dire Alessandro Malfatti e Gianfranco Mariangeli. Un colpo di scena in verità annunciato nell’ultima udienza dall’avvocato della curatela fallimentare Antonio Voce. E che ieri, a margine, ha confermato: "Posso solo dire che c’è stato un accordo economico con Banca Mps che è già stato adempiuto". La cifra resta top secret ma viene naturale pensare che sia molto importante. Probabilmente milionaria. Resta invece la costituzione di parte civile nei confronti di Massimo Mezzaroma, ex patron della società fallita, anche lui chiamato in causa per l’operazione della cessione del marchio alla ’Black & white communication’ per 22 milioni di euro nel 2012.
L’udienza fiume di ieri – iniziata alle 15 e terminata pochi minuti prima delle 20 – è servita per sentire due investigatori della guardia di finanza: Speciale, che nel processo madre non era stato ascoltato, e Dominijanni, invece ascoltato anche nella vicenda giudiziaria relativa al crac della società. Ci si è soffermati a lungo sull’operazione che era stata costruita, secondo l’accusa sostenuta dai pm Siro De Flammineis e Niccolò Ludovoci, per garantire liquidità al Siena calcio. Importante però anche la produzione documentale delle difese Marino e Malfatti per contestare la ricostruzione della procura. Si riprende il 5 aprile ascoltando due consulenti del pm.