
di Antonella Leoncini
"La mia prima azione sarà la convocazione del ‘Collegio degli offiziali’ per l’analisi delle importanti opere edili in corso; per pianificare gli appuntamenti istituzionali e non, conciliando i programmi con l’incertezza, ancora presente, della pandemia", dice Alfredo Mandarini. Da qualche ora, nominato arcirozzo, alla guida dell’Accademia dei Rozzi, ha chiari obiettivi e strategie. La storia dell’Accademia, intorno alla quale gravitano i suoi 550 soci, si intreccia con Siena e la vita culturale, alle quali partecipa con le sue iniziative; i rapporti con le altre accademie; con il suo Teatro, affidato, in convenzione, al Comune.
Cosa vuol dire essere arcirozzo, guidare l’Accademia nei prossimi quattro anni?
"È una carica di grandissimo prestigio. L’arcirozzo, secondo i Capitoli, è il ‘…Signore dell’Accademia, colui che ne incarna la dignità onorifica e la rappresenta…’. Quindi, grandissimo onore e altissima responsabilità".
Per dieci anni capitano della Contrada del Leocorno, è conosciuto in città: quanto vale il suo curriculum per guidare l’Accademia?
"Tutte le esperienze sono formative: nell’ambito del lavoro e nel sociale. Ricoprire ruoli di vertice nella Contrada puòorappresenta un elemento di visibilità. Mi piace pensare che chi si impegna in Contrada lo faccia per amore e non per calcolo. Non posso certo sapere quanto ha ‘pesato’ il mio curriculum per guidare l’Accademia. Sarà stato valutato, probabilmente insieme ad altri aspetti, da chi era preposto a farlo".
La sua elezione?
"Un avvicendamento negli organi dirigenti per scadenza del mandato. La mia lista, proposta dalla commissione elettorale, comprendente altre cariche in scadenza, è stata votata dal corpo elettorale dei soci accademici e benemeriti. Non sono state presentate liste alternative".
Le linee guida che caratterizzeranno il suo mandato?
"L’Accademia ha come scopo istituzionale primario quello degli ‘studi relativi alle umane lettere, alle storiche discipline e alle arti…anche in quanto concernenti il Teatro’. Quindi, si caratterizza essenzialmente per stimolare, coltivare, sostenere la cultura nelle sue varie declinazioni. Questo scopo sarà perseguito con impegno se possibile maggiore, magari rafforzando il ricorso a mezzi moderni di promozione, aprendosi maggiormente alla città. Mai dimenticando le esigenze di tutti i soci, mantenendo il miglior ambiente possibile all’insegna della serenità, amicizia, condivisione".
Il suo imprimatur?
"Come sempre si può fare di più e meglio: uno degli obbiettivi da perseguire, ovviamente con la ‘complicità’ dell’amministrazione comunale".