Siena, bancaria condannata. Tensioni con i vicini: spiava il loro conto corrente

Sei mesi alla donna che vive in un comune della Valdichiana. Ha violato la legge sulla privacy: accesso abusivo al sistema dell’istituto

Spiava il conto corrente dei vicini (foto d'archivio)

Spiava il conto corrente dei vicini (foto d'archivio)

Siena, 27 maggio 2023 – Una bancaria è stata condannata a sei mesi per aver spiato il conto corrente di una famiglia con cui da tempo c’erano tensioni per questioni di vicinato. Dovrà anche risarcire il danno in sede civile, ha deciso il giudice. Fra novanta giorni le motivazioni della sentenza su una vicenda che colpisce perché il conto corrente racconta molto di ogni persona, difficoltà economiche passeggere oppure una situazione florida. Gioie e dolori, insomma, della vita di una persona.

Che fra la donna, 45 anni, residente in Valdichiana, e una coppia che vive nel suo stesso palazzo, non ci fosse un buon rapporto era risaputo. Questo il tema che ha fatto da sfondo alla vicenda giudiziaria dove le parti offese erano assistite dall’avvocato Vincenzo Bonomei e l’imputata da Pietro Dinoi. Era stata la stessa banca a segnalare la violazione delle disposizioni interne dell’istituto per quanto riguarda i dati personali. La bancaria avrebbe formulato delle interrogazioni al sistema per assumere informazioni relative al conto corrente dei vicini per motivi che non avevano attinenza con il suo lavoro. Ciò sarebbe avvenuto , sempre secondo la procura, dal 2016 al 2018. In realtà sarebbero stati tracciati due mesi di accesso, però anche più volte al giorno. Inizialmente fra le contestazioni – poi cadute – quella di aver abusato della sua condizione di operatore di sistema perché tale non era.

Tanti i testimoni che hanno ricostruito la vicenda. L’imputata ha sempre sostenuto che si era trattato di una semplice curiosità. In realtà la parte offesa se l’era presa così tanto da doversi rivolgere ad un medico sentendosi come ’denudata’. Era stato uno choc ricevere a casa la lettera della banca – così avevano scoperto cosa stava accadendo – che segnalava appunto gli accessi al sistema riguardanti il suo conto dal quale, in verità, non mancava neppure un centesimo. Nessuna malversazione, dunque, ma un comportamento per nulla consono ai doveri di una dipendente. Che ha avuto un giorno di sospensione da lavoro per questo motivo.