LAURA VALDESI
Siena

Andrea Coghe: «Neppure al Palio una parata come quella per Rispoli. Ma ha fatto lo stesso il capolavoro»

Il fantino senese, impegnato oggi a Fucecchio, è amico d’infanzia del jockey, primo italiano in 152 anni a vincere una gara della Triple Crown negli Usa

Andrrea Coghe

Andrrea Coghe

Siena, 18 maggio 2025 - «Amici fin da bambini, da quando io avevo 6 anni e lui 7», racconta Andrea Coghe. Impegnato al palio di Fucecchio dove difende i colori della Querciola su Eccolo, ha gioito immensamente dell’impresa di Umberto Rispoli che, grazie ad un capolavoro di tattica e di caparbietà, in groppa a Journalism, si è aggiudicato una delle vittorie sognate dai fantini, la Preakness Stakes a Pimlico, seconda prova della Triple Crown, 2 milioni di dollari. «Mio babbo (Massimino, ndr) e il suo, Gaetano, sono sempre stati amici. Quando è venuto via da Napoli ha iniziato la carriera di fantino, suo zio era Vincenzo Foglia. Da qui la grande passione per il Palio che ha Umberto», racconta Coghe. «Ero ragazzino, andavo a fare le uscite la mattina all’ippodromo di Firenze, con il fatto che era nipote di Vincenzo ci vedevamo anche lì. Poi ci siamo sempre sentiti. Anche quando è stato ad Hong Kong e in giro per il mondo», aggiunge Andrea Coghe. Svelando qualche retroscena paliesco. «I giorni prima della Carriera mi chiama, un anno era a casa mia a vedere la tratta. Un momento particolare del Palio, non è che ci fai venire chiunque. E’ stato in Contrada con me, a volte si è presentato anche senza avermelo detto». Andrea Coghe e Rispoli si sono sentiti prima e dopo il capolavoro su Journalism negli Usa. «Prima della corsa gli avevo scritto un messaggio ’quando vuoi chiamami. In bocca al lupo’. Di solito ci sentiamo la mattina prestissimo quando vado a cavallo perché lui non è ancora andato a dormire. Sabato sera mi ha fatto la video chiamata, poi ci siamo risentiti stamani che negli Usa erano le 3.30. Non era ancora andato a letto, aveva da prendere un aereo e doveva tornare in California. Il primo italiano che compie un’impresa del genere credo che sia un orgoglio per tutta la nostra ippica». E anche per l’amico Andrea Coghe: «E’ stato commovente. E’ la prima volta, nell’intervista dopo aver vinto una corsa, che l’ho visto commosso. Non è facile. Salutandolo gli ho fatto una battuta ’neppure al Palio di Siena, se avessi avuto la rivale, una cosa del genere’, riferendomi alla parata che gli hanno fatto in corsa da cui si è però liberato e ha vinto».