
di Elena Sacchelli
SARZANA
"Sto combattendo la mia battaglia contro il cancro da 24 anni e, per ben due volte in questi mesi, sono stata costretta ad aspettare all’aperto sotto la pioggia il mio turno al Day Hospital del Sant’Andrea alla Spezia, perché a Sarzana, causa Covid, il servizio era stato interrotto". E’ la testimonianza che Lorenza Zanoni, presidente dell’associazione Sos Oncologia di Sarzana, ha condiviso ieri mattina durante il presidio davanti al San Bartolomeo organizzato insieme al Tribunale del malato. Pazienti e attivisi hanno preso parola e si sono fatti sentire, portando alla luce i disagi e i disservizi che i pazienti oncologici del territorio, ma non solo, sono stati e sono tutt’ora costretti a subire a seguito della progressiva destrutturazione del nosocomio sarzanese.
Sono molteplici e di varia natura i problemi emersi durante l’incontro: logistici, strutturali e umani, ma tutti concordano sull’eccellente lavoro che è sempre stato svolto dal personale medico e infermieristico. "Una mia amica qualche giorno fa – ha commentato Monica Marchi di Sos Oncologia – mentre aspettava di fare la chemio al Sant’Andrea sotto il sole cocente è svenuta. Non stiamo giocando, i nostri non sono capricci: ci servono spazi e strutture adeguate. Non possiamo essere curati nei corridoi o negli sgabuzzini, non possiamo essere costretti ad aspettare all’aperto per ore". A mancare non sono solo le strutture, ma anche il personale che, sotto organico da tempo, non riesce a sopperire a tutte le richieste, non certo per sua volontà. Ma i rappresentanti del Tribunale del malato già a fine 2019 si erano mossi per denunciare una situazione indegna: non c’era una sala adeguata per gli incontri tra i pazienti e la psicologa e gli utenti venivano collocati in spazi angusti dove a mancare era l’aria.
"Ho scritto a tutti i sindaci del territorio il 3 dicembre scorso – ha commentato Francesca Fontana – denunciando l’inadeguatezza della struttura, ma la mia richiesta è stata accolta da pochi. Il sindaco Ponzanelli avrebbe dovuto ergersi portavoce della nostra denuncia, dispiace, ma così non è stato. Ora ci stiamo muovendo per presentare un esposto in procura".
"Oncologia è solo uno dei problemi – ha aggiunto Rino Tortorelli -–ma oggi in atto c’è un vero e proprio attentato alla sanità pubblica locale che dobbiamo contrastare e combattere insieme". Una testimonianza arriva anche da Monica Fini, dipendente di Asl 5 che da aprile è in lista d’attesa per essere operata per una necrosi alla testa del femore: "Avrei potuto essere già stata operata in Emilia o in Toscana, ma ho scelto di rimanere qui dove conosco le doti e la scrupolosità dei miei colleghi medici e infermieri, la colpa non è loro se le cose non funzionano in Liguria, ma del sistema".
A porre attenzione sulla tematica della prevenzione ci ha pensato Silvia Stefanini, rappresentante di Sos oncologia. "Fino a cinque anni fa avevamo in questa provincia – ha concluso la Stefanini – un sistema di screening mammografico che funzionava molto bene. Poi il senologo è andato in pensione e si è scelto di annullare il primariato di radiologia. Oggi questo sistema non funziona più, ci sono liste d’attesa lunghissime e questo significa che molti carcinomi non saranno trovati in tempo". A presenziare all’iniziativa anche tre candidati alle elezioni regionali: Pier Aldo Canessa per Pd Articolo Uno, Francesco Battistini per Linea Condivisa e Juri Michelucci di Italia Viva.