Nella sala consiliare del Comune di Vezzano tutti gli amministratori presenti hanno firmato "La nuova carta dei valori per il futuro delle comunità sostenibili", un documento redatto da Erri De Luca e Franco Arminio che segnerà il percorso per i prossimi vent’anni e che tutti i partecipanti hanno sottoscritto. La carta prima di essere firmata è stata declamata per capirne il significato, un estratto recita "In un mondo isterico – sono le parole di Arminio – in un mondo rotto dal chiasso continuo di parole vuote e arroganti e superficiali, noi affermiamo la forza della quiete appartata, il silenzio delle foglie e degli animali, la nostra attenzione alla vita dei semplici". E prosegue Erri De Luca: "La legge di gravità fu intuita secondo la leggenda in seguito alla caduta di una mela dal ramo. Non venne in mente a Newton la legge contraria, altrettanto invisibile, che a forza di luce e di linfa aveva spinto dal basso verso l’alto il fiore e il frutto".
I presenti, guidati dalla giovane presidentessa dei Comuni Virtuosi Asia Trambaioli hanno consegnato a Marco Boschini una targa riconoscimento per l’impegno profuso nel corso dei venti anni, fu tra i fondatori, definendolo "Il maratoneta dei Comuni Virtuosi" che ha ringraziato e spiegato come sia nata la carta dei valori: "Abbiamo interpellato scrittori e poeti per scriverla" e stampata sulla pergamena è stata consegnata a tutti i presenti, insieme ad una borsa contenente anche una confezione degli spaghettoni di Girolomoni, pioniere del biologico, intellettuale, attivista e contadino che ha ridato vita ad una collina di Montebello vicino ad Urbino, coltivando il grano.
C’è stata anche una gradita sorpresa per gli intervenuti, è stata conferita e condivisa con tutti i membri dell’associazione la medaglia ricevuta da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Dei Comuni virtuosi anche il docufilm “Sogni virtuosi”, storia di un viaggio, attraverso l’Italia, alla ricerca di sindaci e cittadini capaci di futuro, fatto di incontri, e di gente capace di opporsi all’insensata monocultura del mondo contemporaneo.
Cristina Guala