Pestaggio del senza tetto. Dimesso dopo 40 giorni di cure. Loiacono ha lasciato la città

Per l’aggressione sono indagati per tentato omicidio in concorso quattro giovani amici. Le avvocate del minorenne che ha sferrato il colpo hanno di nuovo chiesto la sua scarcerazione. .

Pestaggio del senza tetto. Dimesso dopo 40 giorni di cure. Loiacono ha lasciato la città

Pestaggio del senza tetto. Dimesso dopo 40 giorni di cure. Loiacono ha lasciato la città

Dopo 40 giorni trascorsi negli ospedali di Spezia e Sarzana per seguire il percorso di riabilitazione, Felice Loiacono è stato dimesso ma ha immediatamente lasciato la città. L’uomo era stato aggredito la notte di Pasqua ai giardini della stazione ferroviaria da un ragazzo minorenne, nel frattempo arrestato, in compagnia di altri tre amici indagati per concorso in tentato omicidio. L’uomo, essendo senza fissa dimora, per ragioni di sicurezza anche seguendo il consiglio del fratello e avvocato Federico Loiacono, ha temporaneamente lasciato la città. All’uscita dal San Bartolomeo non ha trovato a attenderlo il suo fedelissimo Pluto, il cane che viveva con lui. Secondo la versione dei ragazzi l’animale era maltrattato – cosa smentita dall’avvocato Loiacono – e per questo avrebbero affrontato il quarantaseienne calabrese, colpito dal più giovane della compagnia con un paletto di ferro al volto. Nell’attesa dell’esame sul coltello ritrovato in un cespuglio poco distante dal luogo dell’aggressione richiesto dalle avvocatesse Valentina Antonini e Giuliana Feliciani si è allargato lo staff a difesa del ragazzo che dal 24 aprile si trova nel carcere minorile di Torino. E’ stata chiesta la collaborazione del medico legale Lorenzo Baretto che si è occupato anche dei casi di Cogne e del delitto di Garlasco. Lavorerà a stretto contatto con le avvocatesse, la psicologa Sarah Viola e il consulente investigativo Ermanno Spano. Le legali hanno riformulato la richiesta di

scarcerazione del loro assistito, motivata dalle condizioni psicologiche e fisiche del ragazzo apparso durante l’interrogatorio di garanzia che si è svolto a Genova provato e profondamente segnato dalla detenzione, chiedendo gli arresti domiciliari.

Massimo Merluzzi