Patto biennale col fisco per concordare le imposte dovute

Nel 2024 e 2025 le partite Iva potranno concordare preventivamente le imposte con il fisco tramite il concordato biennale. L'Agenzia delle Entrate proporrà il patto, con esclusioni specifiche.

Nel 2024 e 2025 le partite

Iva potranno siglare un patto con il fisco per concordare preventivamente le imposte dovute. E’ questa, in sintesi,

la novità del concordato preventivo biennale. E’ conveniente? Secondo il commercialista fiorentino Claudio Miceli, "non è possibile rispondere a questa domanda, in quanto sarà il fisco che manderà la proposta al titolare di partita Iva, in base ai dati che ha del contribuente".

Come funziona? Entro il 15 giugno 2024 l’Agenzia delle Entrate metterà a disposizione una piattaforma informatica per l’invio da parte del contribuente dei dati richiesti dal fisco per formulare la proposta di concordato. I titolari di partita Iva avranno poi tempo fino al 15 ottobre 2024 per accettare il ‘patto’ fiscale. Il primo anno di applicazione del concordato sarà il 2024 e, nel caso di adesione, il ricalcolo dell’acconto delle imposte sarà soggetto a rideterminazione sulla seconda rata in scadenza, rimanendo inalterato invece quanto dovuto per il primo acconto delle imposte, in scadenza per il mese di giugno/luglio 2024.

L’Iva è espressamente esclusa dal concordato preventivo e dovrà quindi essere gestita e versata secondo le consuete modalità. Possono accedere al concordato preventivo biennale i soggetti che applicano gli Isa, cioè gli indici sintetici di affidabilità fiscale, ed i contribuenti in regime forfetario, con alcune esclusioni. Sono infatti esclusi i contribuenti che: pur essendone obbligati, non hanno presentato le dichiarazioni dei redditi relative ai periodi di imposta 2021, 2022 e 2023; sono stati condannati per reati tributari commessi nei periodi di imposta 2021, 2022 e 2023; con riferimento al periodo d’imposta 2023, presentano debiti tributari di importo complessivamente pari o superiore a 5mila euro.

mo.pi.