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Cronaca

Passione pantagruelica. E tutta al femminile. Risorge in riva al Golfo il mitico Club del Fornello

Sono 41 le delegazioni in tutta Italia, oltre a quelle di Madrid e New York. Sulla rampa uno stand per vendere libri di ricette alla fiera di San Giuseppe.

Passione pantagruelica. E tutta al femminile. Risorge in riva al Golfo il mitico Club del Fornello

Passione pantagruelica. E tutta al femminile. Risorge in riva al Golfo il mitico Club del Fornello

Gusto, tradizione, condivisione. Ci sono tante cose dentro questo gruppo di 14 donne, destinate a diventare a breve 16, che in riva al Golfo si ritrovano per festeggiare i fasti dell’arte culinaria ligure. Si chiamano le Fornelle e dopo un periodo ‘off’, hanno riformato il loro gruppo, pronte a ripartire di slancio. Si sente anche dall’entusiasmo della nuova delegata Bruna Gianfranchi Boggi, che ci racconta come, dopo la pandemia, tutto sia ripreso, con una routine pantagruelica consolidata. In accordo di con un ristorante della nostra zona, le Fornelle cucinano e gustano insieme i cibi preparati, eventualmente con alcuni ospiti. Si scambiano ricette e, talora, veri e propri piccoli “segreti” di cucina, magari tramandati dalle madri o dalle nonne.

È stata la cena al Mirage Beach Club & Restaurant di Porto Venere a segnare la ripresa di quello che ufficialmente si chiama il Club del Fornello della Spezia, emanazione di quello nazionale fondato nel 1977 nella “Cucina dei rami”, presso il castello di Rivalta Scrivia in provincia di Piacenza. Rigorosamente al femminile, questa realtà conta oggi 41 diverse delegazioni in Italia, a cui si aggiungono quelle di Madrid e New York. E quella del Levante ligure, nata nel 1986, è una delle prime ad essersi costituita. "Le attività fervono", spiega la delegata, che ha raccolto il testimone da Graziella Giorgetti Coli, nel ruolo per ben 32 anni, ed è affiancata dalla tesoriera Lorenza Boggi e dalla segretaria Marica Mori. "Dopo la ripresa delle nostre cene, stiamo lavorando a un banchetto per vendere i nostri libri alla fiera di San Giuseppe, in modo da finanziare nuovamente due borse di studio all’istituto alberghiero “Casini” della Spezia. Inoltre, stiamo per far entrare nella delegazione due fornelle nuove e il 23 faremo tappa in Toscana per un corso di cucina di due giorni a Villa Conti. Cerchiamo di riprendere quanto perduto. Faccio parte di questa realtà da 24 anni e sono entusiasta come il primo giorno".

È tanta la beneficenza che, fra un piatto e l’altro, le Fornelle fanno. L’associazione, che non ha scopi di lucro, ha già prodotto tre volumi scritti dalle associate sulla cucina spezzina, il cui ricavato è andato in passato a favore del reparto di pediatria e neonatologia dell’ospedale Sant’Andrea della Spezia, al Museo Lia, per supportare le visite di ipo e non vedenti e al “Casini” per le borse di studio, mentre alla Pubblica assistenza di Porto Venere sono stati destinati i proventi della vendita di prodotti interamente cucinati e confezionati dalle socie. "Per essere una buona Fornella, non occorre dunque essere un’ottima cuoca, ma sono indispensabili l’amore per la cucina e lo spirito di collaborazione, conservando le tradizioni della cucina regionale e di quella familiare", spiega la delegazione spezzina. E si guarda avanti, nel segno di un’agenda piena: gemellaggio con le delegazioni di Milano e Bologna, ma soprattutto nella progettazione delle nuove conviviali. "Noleggiamo un intero ristorante, in cui cucinerà una parte del gruppo, mentre mangeranno le altre con gli ospiti, facciamo la spesa, curando anche la parte relariva al vino, invitiamo esperti in veste di relatori, come ad esempio Egidio Banti, e ci godiamo la compagnia". Eccole, le Fornelle spezzine. Quattordici donne fra le 800 delle 41 delegazioni italiane, che sono tornate a far scintille a tavola. Nel segno di un mantra: “Quando cucini vicino a una persona, diventi sua amica”.