
Legna accatastata negli stabilimenti, mare di colorazione nerastra
Sarzana, 8 luglio 2014 - «SIAMO arrivati da Parma e non possiamo neppure fare il bagno. È una situazione irreale, l’acqua è maleodorante, un buon tratto di spiaggia è di colore nero, cosa veniamo a fare a Marinella?». Protestano i bagnanti che da anni frequentano il nostro litorale e che ora si trovano davanti un mare di colore marrone mentre in altri tratti assume addirittura una colorazione ancora più scura, quasi nerastra. Poi ci sono quei cumuli di legname che non sono certo un bel biglietto da visita. Completamente abbandonati a se stessi sono poi quei pochi tratti di spiaggia pubblica rimasti.
Racconta amareggiata una sarzanese: «Frequento questa zona da anni, tra il Tritone e lo Zena, perché non posso permettermi uno stabilimento a pagamento quindi vado sulla scogliera. Ora è impossibile anche prendere il sole sugli scogli. C’è un deposito di legna e nessuno l’ha ancora tolto». I bagnanti si lamentano anche dei mancati interventi che erano stati sollecitati: è il caso del marciapiede sconnesso che dal bagno Pitì conduce all’edicola. «Si rischia sempre di scivolare». Ma è la spiaggia, soprattutto, a creare problemi e suscitare rabbia fra chi vuole trascorrere qualche ora al sole per poi tuffarsi nelle acque.
Secondo i fratelli Galli del bagno Roma a creare quel colore delle acque sono frammenti di canne: «Effettuano la manutenzione del fiume — sottolineano —, tagliano le canne con delle macchine che contemporaneamente le triturano. Il prodotto di risulta finisce sulle sponde, basta che il fiume si ingrossi leggermente per far finire tutto il materiale sulla riva». «Sicuramente andremo a verificare la situazione — puntualizza l’assessore comunale Massimo Baudone —. Da parte nostra siamo intervenuti il 15 aprile, abbiamo stanziato 40mila euro per provvedere alla pulizia dell’arenile invaso dai legnami per l’alluvione del dicembre scorso. La Regione ha stanziato 300mila euro che darà ad Acam per trasportare il legname che si trova accatastato nei due punti di raccolta, a Marinella e Fiumaretta». «Mi sembra logico a questo punto — conclude Baudone — che la pulizia dell’arenile e delle acque a riva spetti esclusivamente ai concessionari degli stabilmenti balneari».