ILARIA VALLERINI
Cronaca

Sarzana, marcia silenziosa in ricordo di Tiziana Vinci

È stata letta una lettera del figlio della vittima: "Il nostro cuore è troppo pieno di dolore per poterci permettere di essere lì con voi"

Sarzana, marcia silenziosa in ricordo di Tiziana Vinci

Sarzana, 16 agosto 2025 - Vestite di nero, ma con un dettaglio rosso. Una rosa al petto, un fiocco stretto al polso, il rossetto. Sono scese in strada in religioso silenzio per testimoniare la propria presenza che è anche resistenza: "Se toccano una toccano tutte". Un'ondata di donne, ma anche uomini e bambini, ha camminato fianco a fianco al corteo silenzioso nel centro storico di Sarzana per ricordare Tiziana Vinci, uccisa a coltellate dall'ex marito Umberto Efeso nella villa spezzina dove prestava servizio come collaboratrice domestica.

Tiziana è la 31esima vittima di femminicidio in Italia da inizio anno. Il serpentone, organizzato dall'Associazione Vittoria che gestisce il Centro Antiviolenza "Mai più sola", è partito da piazza Matteotti e ha attraversato il centro tra le bancarelle dell'evento 'Soffitta nella strada'. Ad aprire la fila, tra le autorità, la sindaca di Sarzana Cristina Ponzanelli con tanto di fascia tricolore e un cartello stretto fra i pugni: "Siamo tutte Tiziana!".

La marcia in ricordo di Tiziana Vinci (Foto Pasquali)
La marcia in ricordo di Tiziana Vinci (Foto Pasquali)

"Deve essere fatto di più a tutti i livelli - ha detto la prima cittadina - tutti noi cerchiamo di spiegare alle donne che il silenzio è alleato della violenza che devono trovare il coraggio di denunciare e di avere fiducia nelle autorità. Questa non può essere la fine di chi trova quel coraggio". La vicepresidente dell'Associazione Vittoria, Daniela Ferrari, ha letto per l'occasione il messaggio di uno dei figli della vittima: "Sono M., uno dei 6 figli della cara Vinci Tiziana. Abbiamo appreso del corteo organizzato per stasera. Ci tenevamo a dirvi, a nome di tutti e 6 figli e congiunti, che vi ringraziamo per questo evento organizzato in sua memoria, sperando che sia da monito per tutti. Siamo in questo momento sconvolti dal dolore di questa perdita, non abbiamo ancora avuto modo di vedere nostra madre dal tragico evento, e, pur apprezzando questo evento da voi organizzato, non ci sentiamo nelle condizioni di poter partecipare. Non so se fino a stasera uno di noi 6 potrà cambiare idea, in ogni caso veramente ci piacerebbe ringraziare voi e ringraziare pubblicamente tutti coloro che parteciperanno per poterla ricordare e pregare per lei. Se volete leggere la nostra lettera al corteo ne saremmo felici: Grazie a tutti per ciò che state facendo questa sera. Anche se non siamo lì presenti fisicamente, lo siamo col cuore, che in questo momento è troppo pieno di dolore per poterci permettere di essere lì con voi. Un abbraccio". La presidente dell'Associazione Vittoria e responsabile del Centro antiviolenza "Mai più sola" Nea Delucchi non è potuta essere presente perché chiamata all'ospedale di Sarzana per un "Codice rosso" scattato proprio in concomitanza della marcia. "Ogni volta che una donna viene uccisa, muore anche una parte di tutte noi - ha spiegato Delucchi a La Nazione -. Eppure, ogni volta ci troviamo a contare un’altra vittima, a domandarci cosa non abbia funzionato, a sentire il peso di quel senso di colpa che, per quanto irrazionale, non riusciamo a scacciare. Perché una falla nella rete di protezione c’è stata e questo non si può negare. La rete sul territorio esiste, funziona e deve rispondere unita. Proprio adesso, nel momento più difficile e doloroso, dobbiamo ribadirlo con forza: non possiamo permettere che passi il messaggio che tutto sia inutile". In contemporanea si è svolta la passeggiata rumorosa organizzata da Non Una di Meno contro i femminicidi e la violenza di genere alla Spezia, città in cui la vita di Tiziana è stata spezzata violentemente. Presente la Cgil spezzina in entrambe le piazze per ribadire che "ogni femminicidio è una ferita alla democrazia, un attacco ai diritti e alla libertà di tutte e tutti. Non bastano le norme se non sono applicate fino in fondo; servono prevenzione, educazione all’affettività, risorse per i centri antiviolenza e percorsi di recupero per gli uomini maltrattanti".