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L’ex sindaco: "Il parco è morto" Non si fa più tutela ambientale e si decide ciò che vuole Genova

Andrea De Ranieri ad alzo zero contro l’ente Montemarcello Magra Vara dal cui consiglio è stato escluso "Non mi sono dimesso perchè speravo che le cose cambiassero. In questi anni non ho percepito un euro".

L’uscita di scena era soltanto una questione di tempo. In realtà la presenza di Andrea De Ranieri all’interno del consiglio del Parco di Montemarcello Magra Vara era soltanto di fatto in quanto il suo supporto attivo è venuto ben presto meno per una serie di divergenze che però non lo hanno portato a dimettersi. Come qualcuno gli aveva suggerito.

"Non mi sono dimesso – spiega l’ex sindaco di Ameglia Andrea De Ranieri – intanto perchè speravo che le cose cambiassero in corsa per il bene dell’ente e del territorio. Ma non è stato così e allora ho atteso che mi arrivasse l’ufficialità della mia uscita di scena. Vorrei specificare che i questi anni non ho percepito un euro quindi non ho avuto nessun tornaconto economico pur non rispondendo alle convocazioni".

Andrea De Ranieri ha aggiornato il curriculum aggiungendo la voce di ex consigliere del parco a quelle di sindaco di Ameglia e presidente della Provincia. E adesso qualche sassolino sulla politca dell’ente ambientale ha deciso di toglierselo. "Intanto non mi sembra che si parli più di ambiente – prosegue – siamo passati dall’era del presidente Pietro Tedeschi durante la quale i progetti soprattutto di difesa idraulica e gestione del fiume Magra erano all’ordine del giorno al silenzio assoluto. Abbiamo un presidente tecnico e un direttore che svolge lo stesso ruolo in altri Parchi della Liguria quindi non è una presenza costante. Ne consegue che l’attenzione alle nostre problematiche è improvvisamente scesa e il Parco è diventato un ufficio della Regione Liguria".

Le difficoltà quando sono emerse?

"Fin dalla scelta del consiglio – prosegue De Ranieri – e poi dal fatto che non si è mai aperta una discussione. Tutto arriva dalla Regione e al Parco non si fa altro che approvare".

Quali sono gli aspetti che non verrebbero affrontati?

"Non si parla più di sicurezza idraulica – conclude Andrea De Ranieri – e di tutti gli studi e possibili convenzioni avviate. Sembrerebbe quasi che il pericolo delle esondazioni sia sparito. Lavorando in Lunigiana mi rendo conto ogni giorno dell’attenzione che la Regione Toscana riserva ai corsi d’acqua mentre da noi non esiste la manutenzione. Non si parla più della nautica e di tutta la gestione del territorio, dai cinghiali alla riambientalizzazione delle aree agricole ovvero tutte questioni che devono vedere in campo le forze politiche del territorio e non prendere direttive da Genova".

Massimo Merluzzi