ELENA SACCHELLI
Cronaca

La felicità è... un tendone da circo. Spettacoli, danza e musica diventano amore, inclusione e relazioni umane

La storia esemplare della Fondazione Devlata attiva dal 2005 grazie all’impegno di Marina Lia "E’ stato per creare qualcosa insieme a mio figlio con sindrome di Down che ho avviato questo progetto" .

La felicità è... un tendone da circo. Spettacoli, danza e musica diventano amore, inclusione e relazioni umane

La felicità è... un tendone da circo. Spettacoli, danza e musica diventano amore, inclusione e relazioni umane

In via Cisa c’è un tendone da circo che cattura inevitabilmente l’attenzione dei passanti. Lì ha sede una fondazione no profit che promuove e diffonde espressioni culturali e artistiche con particolare riguardo alle forme più innovative, come quelle circensi, e ha il fine di valorizzazione la persona come risorsa e protagonista del raggiungimento di una migliore qualità di vita. Quella della Fondazione Devlata è davvero una bella storia che merita di essere raccontata. Una storia fatta d’amore, di inclusione, di relazioni umane e di aggregazione. Ma anche una storia di incontri casuali e di rapporti che si consolidano nel tempo, di arte in tutte le sue sfaccettature e di speranza.

"Ho adottato mio figlio Bolli – ci ha spiegato Marina Lia, presidente della Fondazione Devlata –, uno splendido ragazzo con la sindrome di Down che oggi ha 21 anni, quando era molto piccolo. Sin da subito ho notato che gli piacevano moltissimo gli spettacoli dal vivo e soprattutto era felice quando si relazionava con gli altri. È per lui, o meglio, per creare e fare qualcosa insieme a lui che nel 2005 ho aperto la Fondazione". Diciotto anni fa, gli spazi della Fondazione Devlata – che oggi è formata da due edifici adibiti a residenza artistica, un grosso giardino abitato da un tendone da circo ma anche da due pony e da un lama – erano decisamente più ridotti e si limitavano a una sola abitazione. Poi con il passare degli anni e con il crescere delle idee e degli eventi che riserva la vita, la fondazione che da anni porta avanti un progetto con la scuola di Vezzano Ligure, si è espansa. E, sabato e domenica, alle 17.30 in via Cisa sud, proprio dove la Fondazione Devlata Bolli circus ha sede, andrà in scena Otra Vez: uno spettacolo di flamenco e di musica dal vivo che vedrà il maestro Fran Chafino esibirsi con la sua compagnia e con la guest star Bolli. Ma in programma, per il sabato successivo c’è anche un altro spettacolo che vedrà salire sul palco insieme al rapper Fu Kyodo e a Bolli anche i ragazzi delle scuole medie di Prati di Vezzano, con cui il rapper bolognese nei mesi scorsi ha condotto insieme a Fondazione Devlata un laboratorio di scrittura creativa in chiave rap, che ha portato alla realizzazione di una canzone, attualmente in lizza per un importante concorso del settore.

Dalla Fondazione Devlata sono passati diversi artisti italiani noti, come Moni Ovadia a Lucrezia Lande Della Rovere, ma anche tanti artisti europei. Alla domanda come si decide che progetti e idee sviluppare nel corso del tempo, la presidente della Fondazione ha risposto: "Il vero direttore artistico è Bolli che attraverso la sua energia contagiosa e le sue passioni decide cosa fare. Quella con Fran Chafino ad esempio è un’amicizia che va avanti da tempo. Eravamo in vacanza a Tenerife e abbiamo assistito a un suo spettacolo, Bolli ha voluto parlarci e gli ha chiesto di prendere lezioni da lui di flamenco. Il noto ballerino normalmente non dava lezioni, ma a Bolli non è riuscito a dire no e sono diventati davvero grandi amici, tant’è che spesso noi andiamo a Tenerife – dove abbiamo trascorso anche il periodo della pandemia – e Fran Chafino avendo avuto modo di conoscere la nostra realtà, viene spesso a trovarci".

Oltre a migliorare notevolmente la vita di Bolli, la meravigliosa realtà composta Marina Lia, Cosetta Lapperier, Francesca Sommovigo e altri collaboratori, si prodiga per aiutare chiunque ne abbia bisogno. "Premetto che non godiamo di finanziamenti esterni, quindi tutto quello che facciamo è solo grazie alle nostre possibilità – ci ha spiegato Marina Lia –. Siamo felici di aver potuto aiutare un ragazzo vittima di bullismo che aveva lasciato la scuola a prendere un diploma privatamente e di aver coinvolto anche un ragazzo con la sindrome di Down, in cui in un periodo difficile era stata tolta la borsa lavoro, nella nostra realtà. Ora qui passa tantissimo tempo ed è felice di fare tanti piccoli lavoretti. Vedere brillare i loro occhi ci ripaga di ogni sforzo".