MASSIMO MERLUZZI
Cronaca

Caso Farfalle di Desio, la campionessa Gregorini: "Ragazze, imparate anche a dire no"

La lezione di vita della ex atleta ora istruttrice federale di ritmica

Sarzana, 7 novembre 2022 - Lo sport come palestra di vita, ma non è sempre così. Il caso scoppiato a Desio ha scosso il mondo della ginnastica ritmica femminile dopo le accuse di violenze fisiche e psicologiche denunciate da alcune ex atlete. In nome del risultato esistono gli eccessi? E quanti e quali eccessi possono essere tollerati, anche qualora in gioco ci fosse l’obiettivo di raggiungere il top della performance sportiva? I genitori possono vivere tranquillamente la passione dei propri figli?

La sarzanese Silvia Gregorini ha fatto parte della Nazionale azzurra alle Olimpiadi di Sydney 2000 nella squadra delle ’farfalle’ e quel mondo lo conosce perfettamente tanto che, adesso, è istruttrice federale.

Che idea si è fatta del caso di Desio?

"In alcune palestre – spiega Silvia Gregorini – ci sono ancora istruttrici che senza alcun titolo e conoscenza pesano e giudicano il numero che leggono sulla bilancia senza tener conto di chi hanno di fronte, facendo orribili paragoni tra compagne di allenamento. Capita che a volte giudichino corretta o meno una semplice merenda dopo l’allenamento di una ginnasta di appena 8 anni".

E le società che ruolo devono svolgere in tutto questo?

"Credo sia compito e dovere dei dirigenti societari di tutti gli sport vigilare attentamente sul lavoro svolto dal proprio team. E’ opportuno introdurre nell’organico persone con adeguate competenze, come un laureato in scienze motorie, un biologo-nutrizionista e, se possibile, uno psicologo sportivo per garantire una preparazione completa del proprio atleta perché un corpo sano è un corpo vincente".

Che ricordo ha del suo passato agonistico premiato con la partecipazione alle Olimpiadi?

"Sinceramente non ricordo come fosse la mia vita prima della ginnastica ritmica. All’età di 14 anni sono entrata a far parte della Nazionale italiana e la mia vita per 5 anni è stata quasi interamente dedicata ai lunghi e duri allenamenti per arrivare alle gare sempre pronta, decisa e competitiva insieme alle mie compagne di squadra. Anche nei momenti più difficili ho imparato a parlare e ascoltare i miei genitori e le mie insegnanti e a volte anche a dire no alle situazioni che reputavo troppo forti e proibitive per me stessa".

In questo momento delicato cosa si sente di dire alle ragazze e alle famiglie?

"Bisogna affidarsi a persone competenti e oneste ma anche esprimere i propri disappunti per cercare un punto di incontro sempre in tutto. E lo dico con il cuore di ginnasta che ha provato la gioia e l’emozione di una Olimpiade ma anche di mamma, visto che anch’io ho una bimba di 10 anni che pratica ginnastica ritmica".