
Una riflessione sul disagio giovanile affidandosi all’esperienza degli esperti. L’interessante confronto che si è ispirato per il titolo al Sommo poeta "Che la dritta via era smarrita" è stato organizzato dall’associazione culturale "Sarzana si può!" alla sala conferenze del centro sociale "Barontini" di via Ronzano. Al centro del dibattito il delicatissimo tema del disagio dei ragazzi anche alla luce degli episodi di violenza hanno partecipato il dottor Simone Andreozzi, educatore dell’istituto penale minorile di Pontremoli e lo psicologo Roberto Sbrana e alcuni studenti del liceo "Parentucelli Arzelà" di Sarzana. La vicepresidente dell’associazione Roberta Ambrosini ha voluto accendere l’attenzione su una problematica molto sentita proseguendo così la serie di approfondimenti riguardanti la città organizzate nei mesi scorsi alla sala della Repubblica.
I ragazzi hanno rivolto numerose domande agli esperti per conoscere la realtà del carcere minorile, i reati più comuni, le strategie di recupero e le motivazioni che spingono i giovani a rivolgersi allo psicologo. Il dibattito ha posto l’accento sul ruolo non soltanto della famiglia ma anche della scuola e in generale sull’importanza dei rapporti affettivi per la crescita e il recupero di situazioni difficili. L’associazione culturale presieduta da Marco Balzi sta cercando di risvegliare il senso di aggregazione, e proseguirà proponendo altri temi, attraverso la discussione di problematiche molto sentite in città come la crisi del commercio e le possibili soluzioni, il mondo del lavoro e il disagio dei giovani accentuato dal periodo di isolamento causato dall’emergenza sanitaria.
m.m.