Terza Categoria, il Paperino San Giorgio rende omaggio alle vittime dei lager

Una delegazione del Paperino San Giorgio ha visitato gli ex-campi di concentramento di Mathausen, Ebensee e Gusen, per rendere omaggio ai calciatori deportati e sterminati dai nazisti

La delegazione del PSG insieme al presidente Aned Gabriele Alberti

La delegazione del PSG insieme al presidente Aned Gabriele Alberti

Prato, 7 maggio 2024 - Da Paperino all'Austria, per rendere omaggio ai calciatori e agli sportivi vittime dei campi di sterminio nazisti. E' il progetto "In campo per la memoria", messo in piedi dal Paperino San Giorgio nell'ambito del “Viaggio della Memoria” della sezione pratese dell’Aned (Associazione nazionale ex-deportati nei campi di concentramento nazisti) in collaborazione con la Fondazione Museo e Centro di Documentazione della Deportazione e Resistenza di Prato e l’associazione per il Gemellaggio Prato – Ebensee. Una delegazione del club sportivo composta dal direttore tecnico Andrea Bonfiglio, dal capitano della prima squadra Michele Todisco e dagli allenatori di scuola calcio Edoardo Mammoli e Cosimo Landi ha visitato gli ex-campi di concentramento di Mauthausen, Gusen ed Ebensee e l’ex-centro di eutanasia di Hartheim. Partecipando alle commemorazioni per il settantanovesimo anniversario della liberazione dei lager. "La commemorazione della liberazione dei campi di concentramento – ha commentato Todisco - porta con sé un duplice significato. È un'opportunità per onorare le vittime e riflettere su un passato segnato dall'orrore e dalla sofferenza. È un momento di unione, di abbattimento delle barriere culturali, dove rinnoviamo l'impegno nel costruire un mondo in cui la libertà, la dignità e la pace siano garantite per tutti, nella società civile così come nel calcio". Il gruppo ha ricordato infine i giocatori deportati che si salvarono grazie al calcio e quelli che invece non fecero ritorno a casa. “"Qualcuno giocava a calcio fuori da Mauthausen. Dentro il lager era un privilegio solo degli aguzzini, ma un giorno mancava un giocatore per completare le squadre. Toccò al prigioniero I57633 che era stato deportato per uno sciopero, come successe a Prato: quello del 1 marzo 1943 all’Alfa Romeo di Milano – ha ricordato Bonfiglio - dietro a quel numero di matricola c'era Ferdinando Valletti, calciatore del Milan. Il pallone e il suo talento lo strapparono alla morte. Diversa sorte toccò a Vittorio Staccione, mediano del Torino e della Fiorentina, e al goleador empolese Carlo Castellani: loro non incontrarono il calcio nel campo di concentramento e non scamparono al triste destino comune a migliaia di altri prigionieri".

G.F.