Prato: Biffoni a Taiwan, la Cina protesta. Il caso del viaggio voluto dall’Ue

Sindaco, Barberis e Brogi (Gida) a febbraio in trasferta per uno scambio sulle buone pratiche amministrative

Un momento della visita del sindaco Biffoni a Taiwan

Un momento della visita del sindaco Biffoni a Taiwan

Prato, 13 aprile 2023 – Un viaggio, ironia della sorte effettuato con Air China, che ha rischiato di trasformarsi in un caso diplomatico.

E’ emersa soltanto in queste ore l’irritazione del governo cinese per la spedizione a Taiwan del Comune, una missione di metà febbraio (14-17) che ha provocato la protesta ufficiale tramite consolato e ambasciata.

Il caso alla fine non è deflagrato e adesso i rapporti, sia sul territorio che a Roma, vengono descritti come normali, ma in quei giorni la gestione non è stata semplice.

Che cosa è successo esattamente? A metà febbraio Prato e Milano sono state selezionate dalla Commissione europea come rappresentanti di buone pratiche negli scambi internazionali per le politiche legate alla carbon neutrality, la forestazione urbana e il raggiungimento dell’Agenda 2030.

Così il sindaco Matteo Biffoni è andato in visita a Taichung, seconda città di Taiwan di 2,5 milioni di abitanti, insieme con l’assessore Valerio Barberis e il presidente di Gida Alessandro Brogi.

Ci sono stati tre giorni di incontri e scambi di buone pratiche tra due realtà che stanno sviluppando nuovi progetti in ambito urbanistico e di economia circolare con progetti che a Prato sono finanziati dalla Commissione europea.La notizia del viaggio non è piaciuta però al governo

cinese, considerate le tensioni che da anni ci sono fra la Cina e Taiwan (Paese non riconosciuto dall’Italia). In Comune, mentre il sindaco era proprio a Taiwan, si è presentato un funzionario del consolato che ha letto al vicesindaco Faggi una nota dell’ambasciata che conteneva la protesta per la visita di Biffoni.

Nota che, tra l’altro, non si è mai trasformata in un atto formale. Il Comune, dal canto suo, ha sempre sottolineato di rispondere al governo italiano e al ministero.Non è finita. II sottosegretario

agli Esteri Giorgio Silli, dopo aver parlato con Faggi il 15 febbraio, qualche giorno dopo incontrò il nuovo ambasciatore cinese a Roma per discutere di alcuni dossier (il 27). Anche allora il governo di Pechino ribadì la protesta per il viaggio a Taiwan.

Silli spiegò che si trattava di un progetto europeo legato ad uno scambio sulle procedure amministrative, non di una iniziativa politica con altri scopi.

Una spiegazione che sembra aver placato la rabbia, visto che ora i rapporti sono normali, ma che in quel momento è stato necessario fornire, tanto per capirne l’importanza, nel primo vertice alla Farnesina fra il governo e l’ambasciatore cinese.