
Un'aula di tribunale (Foto Ansa)
Prato, 3 luglio 2024 – Costrinse una sua dipendente a subire molestia sessuale sul posto di lavoro e per questo il titolare di un’azienda di Prato finirà a processo. Ma la notizia è che la Camera del lavoro di Prato e la Filctem Cgil Prato Pistoia sono ammesse come parti civili per la prima volta in Italia in un procedimento di questo genere.
Secondo l’accusa il titolare avrebbe costretto, "in modo non equivoco", una dipendente a subire violenza sessuale sul luogo di lavoro. Il procedimento è nato in seguito alla presentazione della querela da parte della lavoratrice, con la Cgil di Prato e la Filctem Cgil Prato Pistoia che, supportate dall'avvocata Amelia Vetrone, decisero a maggio di costituirsi parti civili davanti al giudice per l'udienza preliminare.
Nelle motivazioni a sostegno della costituzione di parte civile si richiamava non soltanto la rappresentatività della Cgil a tutela dei lavoratori, ma anche come il reato contestato "abbia danneggiato anche l'onorabilità e la personalità della Camera del lavoro di Prato e della Filctem", poiché la vicenda dalla quale è scaturito il procedimento penale "si ripercuote sulla credibilità e il prestigio delle due costituende parti civili che costantemente, quotidianamente pongono l'attenzione sulla sicurezza nell'ambito lavorativo anche e soprattutto con riferimento alla discriminazione di genere". Il tribunale di Prato ha riconosciuto la fondatezza delle ragioni esposte da Camera del lavoro e Filctem Prato Pistoia e le ha ammesse come parti civili.