REDAZIONE PRATO

"Vecchi edifici industriali Trasformazioni più facili"

Piano strutturale: l’assessore all’urbanistica Barberis replica alle critiche di Iv "Il vincolo archeologico vale solo su 21 strutture che sono la storia del tessile".

"Vecchi edifici industriali Trasformazioni più facili"

"Tutte le politiche urbanistiche di Prato, a partire dal 2014, puntano su due strategie. Da una parte accrescere la qualità ambientale della città e dall’altra semplificare il recupero del patrimonio edilizio esistente. Entrambe hanno come obiettivi mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici, sviluppare azioni di neutralità climatica e promuovere il riuso dell’esistente". Replica così l’assessore all’urbanistica Valerio Barberis all’intervento di Italia Viva sul prossimo percorso di partecipazione del piano strutturale. Un cammino che secondo i renziani deve partire dalle "criticità", in particolare sul nodo del "vincolo di archeologia industriale".

"Il piano operativo di Prato, adottato nel 2018 e in vigore da novembre 2019, si basa su queste strategie di riuso e, grazie alla sua normativa, ha attivato il settore dell’edilizia della città in modo significativo – aggiunge Barberis –. Il numero delle pratiche edilizie presentate nel 2021 e 2022 lo dimostra in modo inequivocabile: si tratta del record dal 2002, anno in cui il Comune ha avviato il monitoraggio delle pratiche edilizie, anche senza considerare quelle legate al superbonus al 110%". La replica di Barberis prosegue ricordando che "anche il numero delle aree di trasformazione attuate, in fase di attuazione e i permessi di costruire convenzionati dimostrano che la città ha un settore economico dell’edilizia che gode di ottima salute, con imprese ed investitori che hanno compreso le scelte del piano operativo e le stanno attuando. Inoltre è anche importante ricordare che, proprio per semplificare le attività edilizie di recupero, l’amministrazione ha già approvato una variante organica alle norme tecniche di attuazione del piano operativo nel 2021".

L’assessore all’urbanistica ricorda anche che "è chiaro che a Prato l’attenzione alla semplificazione del riuso dell’esistente è rivolta in particolare all’edilizia industriale ed artigianale, che conta circa 5 milioni di metri quadrati complessivi. Sono possibili sempre i cambi di destinazione d’uso, ampliamenti, in un’alta percentuale la demolizione e la costruzione di nuovi edifici con incrementi di superficie fino al 40%. Sono state introdotte innovazioni al regolamento edilizio per agevolare le trasformazioni verso alcune funzioni eliminando la necessità del reperimento degli standard e annullando gli oneri di urbanizzazione. In questo contesto sorprendono un po’ le affermazioni di Iv che sembra si riferiscano al patrimonio di archeologia industriale della città, ovvero appena 21 edifici che sono la storia tessile della città".