
Al Castello dell’Imperatore l’anteprima de ’Il Muro’, l’incisivo docufiction di Ugo De Vita, autore, attore e docente universitario
Un pubblico attento, e a tratti quasi commosso, ha seguito al Castello dell’Imperatore l’anteprima de ’Il Muro’, la breve ma incisiva docufiction di Ugo De Vita, autore, attore e docente universitario che è stata proposta nella versione ’corto’ girata tra Torino (al Circolo dei Lettori) e Berlino, sui luoghi del ’Muro’ e davanti al Castello.
Con immagini di repertorio – il giovane JFK nel celebre discorso ai berlinesi, la folla che esplode di gioia tra novembre 1989 e gennaio 1990 – De Vita intreccia memoria e riflessione. Evoca la vicenda di Schumann, il soldato che nove anni dopo la caduta del Muro si impiccò nel suo campo all’Est, e quella di Jürgen Sparwasser, simbolo calcistico della Germania divisa, di cui cita più volte il libro di Giovanni Tosco edito da Minerva. "Icone diverse di una stessa ferita", le definisce, "quella di un popolo spaccato come una mela".
"Ne Il Muro – spiega il regista – il racconto si declina alla storia, senza trascurare i sentimenti, per significare in questo tempo di guerra un imperativo universale di pace".
Prato ha risposto, come già con il suo Pasolini e il Tabernacolo in versi, a un nuovo appuntamento di cultura e impegno. E De Vita rilancia: "Prato, come hanno ricordato recentemente il Centro Pecci e la Fondazione Cassa di Risparmio, non deve essere considerata solo per i passaggi dolorosi della cronaca. È una città e una comunità di persone per bene, con storia e tradizione importanti. La cultura può molto: educare, dare stimoli ai giovani. Io ci sono: teatro, letteratura, arte possono dare mano e spingere verso orizzonti nuovi. Auspico di tornare e fare di Prato un centro cardine del mio lavoro".