Ucciso e bruciato La strategia del killer per sviare le indagini Oggi davanti al giudice

Il 50enne ritenuto l’autore dell’omicidio di Said Jaador si è dimostrato collaborativo nelle settimane in cui sembrava un caso di sparizione. La Squadra mobile al lavoro per individuare eventuali complici in città.

Ucciso e bruciato  La strategia del killer  per sviare le indagini  Oggi davanti al giudice

Ucciso e bruciato La strategia del killer per sviare le indagini Oggi davanti al giudice

Si è dimostrato collaborativo con il magistrato e gli investigatori della Squadra mobile nelle settimane in cui il Said Jaador, marocchino classe 1985, risultava scomparso da casa e invece trovato cadavere martedì scorso in uno stabile abbandonato all’inizio di via San Paolo. Una sorta di ’strategia’ che il presunto assassino potrebbe aver messo in campo per allontanare da sè gli eventuali sospetti degli investigatori: fino a quando la Procura ha messo insieme elementi che hanno fatto convergere su di Habdelhadi Hajjaj, detto Madani, marocchino di 50 anni e irregolare sul territorio italiano, coinquilino del connazionale morto, l’attenzione tanto da da fermarlo come indiziato di reato nella notte tra martedì e mercoledì. L’uomo, che è assistito dall’avvocato Enrico Martini come legale di fiducia (lo aveva già seguito in un altro processo per lesioni), è un volto noto, quello del presunto omicida, alle forze dell’ordine, che era stato recluso nel carcere della Dogaia per una condanna in via definitiva per violenza sessuale. Era uscito dalla prigione un anno fa: il suo curriculum è pieno di precedenti penali e giudiziari.

Oggi è prevista l’udienza di convalida dell’arresto, effettuato dagli uomini della Squadra mobile diretta da Alessandro Gallo, di fronte al giudice per le indagini preliminari Francesca Scarlatti e chissà che lo straniero non decida di raccontare.

Le indagini sono ancora in corso su una storia che era sbarcata in tv con l’appello della ex moglie di Said, conosciuto come Samuele, alla trasmissione di Rai 3 "Chi l’ha visto" nella speranza di ritrovare il 38enne che non aveva più dato notizie di sè. La donna aveva raccontato di non avere più notizie dell’ex marito da qualche giorno e che neanche i parenti in Marocco lo avevano sentito dal 18 aprile.

Gli investigatori stanno continuando a vagliare piste sull’esistenza di eventuali complici del presunto assassino - un secondo uomo risulterebbe indagato - e sulla dinamica dell’omicidio. Non è escluso che il delitto possa essere maturato nell’ambito della droga, forse un conto in sospeso tra i due: sono queste le ipotesi sul tavolo delle indagini. Said, anche lui noto alle forze dell’ordine e alla procura per precedenti - nel 2011 è stato arrestato per droga e nel 2017 per la rapina ad un altro marocchino aggravata dall’uso di un coltello da cucina con cui gli provocò lesioni al collo - sarebbe stato ucciso forse lo stesso giorno della sua sparizione con un corpo contundente e al culmine di una lite. Tanti gli interrogativi sui quali stanno lavorando gli inquirenti: dove è avvenuta la colluttazione? Nell’appartamento che i due condividevano e che dista un centinaio di metri dall’edificio abbandonato di via San Paolo? Qui la vittima sarebbe stata spogliata dall’assassino che ha poi tentato di bruciare il corpo per disfarsene. La polizia è arrivata allo stabile di via San Paolo alla fine di una attività fatta di intercettazioni, tabulati telefonici, informatori e testimoni. Adesso si attendono gli esiti dell’autopsia sul corpo del 38enne che potranno fare luce sulla dinamica dell’omicidio.

Sa.Be.